Sviluppare una struttura dinamica ed articolata in cui i beni culturali diventino da passivi monumenti e contenitori di oggetti a luoghi di rilettura e di identificazione della propria realtà storico-culturale.
Questo lo scopo del progetto che riguarda la gestione e valorizzazione del castello e del museo civico del Medioevo, a Squillace, del monastero fortificato della Grangia di Sant’Anna e del museo, a Montauro, e del museo archeologico “Vivarium” di Stalettì.
L’intervento progettuale, finanziato dalla Regione Calabria con fondi Por, è stato proposto e sarà gestito da “I Giardini di Hera”, con sede a Stalettì, che vede un team di archeologi, economisti ed esperti di organizzazione di eventi a maggioranza femminile.
«Si tratta – spiega l’archeologa Chiara Raimondo – dell’ultima fase di un progetto comprensoriale fortemente voluto dalle amministrazioni locali e dalla Regione, che ha finanziato questi siti, da ultimo il completamento della rete museale e il completamento della valorizzazione del castello di Squillace e della Grangia di Montauro».
Oltre alla fruizione dei siti, saranno attivati i servizi biglietteria, guida turistica, ristorazione, assistenza all’infanzia, i laboratori didattici e i servizi multimediali.
«E’ nostra intenzione – aggiunge la Raimondo – che soprattutto il castello di Squillace e la Grangia di Montauro diventino preziosi scenari di eventi culturali diversi.
Un settore specifico si occuperà dell’organizzazione di eventi, da concerti a fiere, conferenze, presentazione di libri.
Un progetto, quindi, che vedrà il coinvolgimento di una ventina di unità lavorative, con una notevole ricaduta sul territorio in un momento di grave crisi economica».
Una struttura dinamica per la valorizzazione dei beni culturali tra Stalettì, Montauro e Squillace
Salvatore Taverniti