Un’antica moneta, risalente all’89 a.C., è stata rinvenuta sulla spiaggia di Squillace. Si tratta di un denario d’argento molto diffuso nell’antica Roma. Il ritrovamento è avvenuto nei giorni scorsi ad opera di Antonio Rubino, un cittadino squillacese residente nella frazione Lido.
Mentre era spasso con i suoi cani, sulla riva del mare nelle adiacenze della foce del fiume Alessi, ha visto luccicare l’antica moneta. Tornato a casa, dopo averla accuratamente ripulita dalle incrostazioni, ha notato delle figure impresse sulle due facce della moneta, cercando di capire il loro significato.
Dopo una ricerca su internet, ha compreso che sul dritto vi è raffigurata la testa barbata del re sabino Tazio, con la scritta “Sabin” e le lettere sovrapposte “TA” di Tazio, mentre sul rovescio c’è il nome “L. Tituri” (cioè Lucio Titurio Sabino, magistrato monetale) e l’immagine di due uomini che rapiscono due donne. Tito Tazio è stato un sovrano sabino, poi re di Roma, dove regnò per cinque anni insieme a Romolo. Sia al nome di Tito che a quello di Romolo è legata la vicenda del ratto delle Sabine: da qui l’immagine sulla moneta. Prima di Augusto le monete portavano la firma del magistrato monetale responsabile della coniazione e in questa moneta Lucio Titurio richiama le sue origini sabine.
Il ritrovamento dell’antico reperto è di una grande importanza storica, segno della fiorente civiltà esistente un tempo nella valle dell’Alessi, nel territorio dell’antica Squillace.
Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud)