Nel cimitero di Squillace, si è svolta una toccante cerimonia laica per commemorare il 60° anniversario della scomparsa dell’avvocato Giuseppe Chillà. L’iniziativa è stata promossa da Sardo Bruzzese, nipote del defunto, che ha voluto onorare la memoria di un uomo le cui azioni hanno lasciato un segno indelebile nella comunità squillacese.
Alle ore 12 in punto, l’atmosfera si è fatto carica di emozione mentre Bruzzese, accompagnato da familiari, amici ed estimatori, ha tracciato la biografia e l’operato dell’illustre avvocato, rimarcando le tappe fondamentali della sua vita. Giuseppe Chillà nacque a Squillace il 18 agosto 1897, primogenito del notaio Salvatore Chillà e di donna Emilia Conidi. La sua formazione e il suo carattere furono plasmati da episodi significativi della sua giovinezza: tra questi, un gesto di grande umanità del nonno e le riunioni quotidiane del padre nella Società operaia di mutuo soccorso.
Dopo aver completato gli studi elementari a Squillace, Chillà proseguì la sua formazione al convitto “Diodato Borello” di Santa Severina e ottenne la licenza liceale al Liceo classico “Pasquale Galluppi” di Catanzaro. La sua carriera universitaria lo portò a Roma, dove si laureò in Giurisprudenza nel 1922, con una tesi sul delitto passionale. Durante la Grande Guerra, si distinse come sottotenente, partecipando a numerose operazioni belliche e meritando decorazioni per il valore dimostrato.
Nel suo percorso professionale, Chillà divenne avvocato nel 1929, guadagnandosi l’appellativo di “avvocato dei poveri” per il suo incessante impegno nella difesa delle fasce più deboli. La sua militanza politica, quale membro del Partito socialista, lo vide attivamente coinvolto nelle lotte contro il fascismo e nelle dinamiche post-belliche, tra cui la nomina a commissario prefettizio da parte delle forze di liberazione neozelandesi.
Dal 1956 al 1961 fu eletto consigliere provinciale nelle fila del Partito socialista italiano. Del Partito socialista italiano fu segretario di federazione provinciale di Catanzaro, eletto per acclamazione nel 1958. Il 7 novembre 1956 fu iniziato alla massoneria e venne registrato al Grande Oriente d’Italia con il grado di “apprendista”, con il numero 14370. Il 6 aprile 1957 consegui il grado di “compagno” registrato al Grande Oriente d’Italia con il numero 11364. Conseguì il grado di “maestro” il 30 novembre 1957 registrato al Grande Oriente d’Italia, “Ne varietur”, con il numero 11285. Divenne “maestro venerabile” della loggia “Il Nuovo Pensiero” di Catanzaro.
Durante la cerimonia di commemorazione, l’avvocato Enzo Arnò ha illustrato il rituale funebre dei massoni, rendendo omaggio alla tradizione e alla figura di Chillà, iniziato alla massoneria nel 1956. A conclusione dell’evento, il sindaco di Squillace, Enzo Zofrea, ha deposto una corona d’alloro davanti alla tomba dell’avvocato, simbolo di rispetto e gratitudine per colui che ha dedicato la sua vita agli ideali di giustizia e solidarietà.