È stato trovato senza vita il pensionato senza fissa dimora Benito L’Apa. Da solo, come da tempo aveva scelto di vivere. Benito aveva 88 anni, godeva di una pensione sociale, ma viveva di stenti, senza una casa e, appunto, da solo.
Da qualche anno l’uomo aveva eletto come suo domicilio i ruderi del monastero di Santa Chiara, nei pressi della piazza principale della città. All’angolo di uno stanzone del monastero, che è privo di porte e finestre, Benito aveva ricavato la sua “casa”: un materasso, qualche asse di legno, un tavolino, due sedie, un vecchio divano. Proprio qui accasciato è stato trovato privo di vita, dopo che alcune persone del posto si erano preoccupate per non averlo visto in giro. Durante il giorno, infatti, l’anziano passava il tempo stando seduto sulle panchine pubbliche e raccogliendo mozziconi per recuperare i residui di tabacco da fumare con la sua pipa. L’alimentazione spesso gli veniva garantita da alcune famiglie di buon cuore del luogo.
A Benito proprio martedì pomeriggio era stato portato del cibo e l’anziano stava relativamente bene. Probabilmente nella notte ha accusato un malore, forse per il gran caldo di questi giorni, ed è deceduto sul suo vecchio divano. Ieri pomeriggio, è scattato l’allarme e sul posto si sono recati i carabinieri della stazione di Squillace e la polizia locale, che si sono raccordati con il magistrato di turno. L’intervento dei medici poi ha certificato la morte naturale.
Quella vissuta da Benito è stata una condizione inumana, ma in tanti a Squillace, anche attraverso associazioni, si sono sempre dati da fare per trovargli una degna sistemazione. Soluzioni inizialmente ben accette dall’uomo, ma da qualche anno costantemente rifiutate, perché ormai la sua scelta era quella: vivere da solo e da senzatetto, al gelo d’inverno e al caldo in estate. E nel suo rifugio, fra i ruderi del monastero, ieri ha trovato la morte.
Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud, 7 lug 2022)