Totò Spanò ha presentato l’ultima fatica letteraria: A sira vena

Una serata da ricordare, con una platea numerosa e attenta mentre la prof.ssa Adele Pelaggi spiegava e recitava, con competenza ed in modo brillante, le poesie in dialetto calabrese, dalle quali traspariva tutto l’amore viscerale per Squillace.

Poesie in vernacolo cariche di emozione, di ricordi mai sopiti, di religiosità con vari richiami accorati alla Madonna e al Signore. I ricordi poi della cara mamma a cui l’autore mostra tutta la sua riconoscenza e il suo affetto; la nostalgia per il suo papà ed il rammarico per esser stato poco assieme quando era ancora in vita , non mancano poi le poesie dedicate i fratelli e ai nipoti, ma anche agli amici più cari, sembra quasi un commiato dalla vita.
La sua città, Squillace, a cui si mostra innamorato e legato per tutta la sua vita e che, con profondo sentimento chiede che venga sempre rispettata , si rivolge perciò ai cittadini invocandoli ad unire le loro forze per lo sviluppo e la crescita della nostra città, rimarcando la sua storia millenaria.
Tutta l’opera “A sira vena “è un inno ai sentimenti più puri e profondi di uno squillacese verso la famiglia, la sua città, l’amicizia che hanno suscitato nel numeroso uditorio emozioni intense e autentiche: Totò Spanò vero “patociu schidhaciotu“, così denominiamo gli squillacesi attaccati al malacucchiu.

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