Piove e Squillace rimane a secco Ancora una volta i temporali creano grandi disagi alla popolazione Avrei voluto soprassedere sull’ennesimo esempio di scarsa efficienza di cui si è reso protagonista il Comune di Squillace, ma le parole dell’assessore Pipicella impongono delle precisazioni.
La popolazione di Squillace, sia quella residente presso il centro storico quanto quella del quartiere marinaro, a causa del temporale che ha colpito, tutto il comprensorio della fascia ionica, nel pomeriggio di sabato 2 marzo, è rimasta con i rubinetti letteralmente a secco per circa venti ore.
Immaginate quali disagi abbia potuto provocare questo disservizio alle famiglie con bimbi piccoli o ancora ai nuclei con persone anziane e disabili. Buon senso avrebbe voluto che il sig. Pipicella, nella qualità di assessore alla protezione civile, si adoperasse fattivamente per venire incontro alle esigenze primarie della popolazione, magari sollecitando le autorità competenti ad una fornitura sostitutiva .
In tal senso, come semplice cittadino, fin dalle prime ore del mattino di domenica 3 marzo, ho allertato la protezione civile regionale al fine di far arrivare nel nostro territorio una o più autobotti per far fronte alle esigenze primarie dei cittadini squillacesi.
Il personale regionale competente ha assicurato la fattibilità immediata dei mezzi per la fornitura dell’acqua, previa richiesta scritta da parte del Comune. Ho quindi telefonato ai vigili urbani del nostro comune per informali della situazione critica in corso e per invitarli ad una valutazione del caso , compreso un sollecito per l’ invio della richiesta ufficiale alla protezione civile regionale per poter usufruire del servizio di erogazione sostitutiva dell’acqua. Pur tuttavia non si è ritenuto di far ricorso a questo importante servizio.
I fatti dicono che, nonostante le tante e legittime lamentele della popolazione squillacese, per l’assessore Pipicella, da me direttamente sollecitato, la mancanza di acqua nelle case per circa 20 ore, non rappresenti una condizione sufficiente per far scattare un piano d’intervento a protezione delle famiglie . Per una popolazione civile che abbia tra le sue abitudini quotidiane anche quella del provvedere ai bisogni igienici( personali e della casa), nonché quella della preparazione dei pasti e, non ultimi, i bisogni delle attività economiche e commerciali, 20 ore senz’acqua costituiscono dei tempi inaccettabili.
Purtroppo l’amara considerazione è che il Comune non solo non garantisce la normale erogazione dei servizi, pagati dai cittadini. Purtroppo vi è da registrare che nei casi, sempre più frequenti, di emergenza si continuano a lasciare le famiglie in totale stato di isolamento e di abbandono. Non basta certo un manifesto per manifestare vicinanza e supporto, specie quando , attraverso tale strumento, si diffidano i cittadini ad utilizzare per diversi giorni l’acqua erogata dalle condotte comunali per usi potabili. Sono proprio questi i casi in cui dovrebbero scattare, tempestivamente ed automaticamente, le azioni comunali di protezione civile.
Ma il buon senso non abita da queste parti. Franco Caccia Capogruppo di opposizione comune di Squillace