Ha scelto la cattedrale e il monastero “Vivarium” di Squillace suor Antonina Crapisi per la sua professione perpetua. Un’autentica festa per l’arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, per la comunità locale e per quella dalla quale proviene la religiosa, Corleone, in provincia di Palermo.
L’evento ha richiamato tanti fedeli per accompagnare suor Antonina verso la sua scelta definitiva tra le “Suore carmelitane messaggere dello Spirito Santo”, di cui a Squillace esiste un monastero intitolato a Santa Teresa di Gesù Bambino.
La concelebrazione religiosa è stata presieduta dall’arcivescovo metropolita mons. Vincenzo Bertolone, presenti il vicario generale mons. Raffaele Facciolo, il parroco mons. Giuseppe Megna e vari sacerdoti.
E’ stata una cerimonia intensa e commovente, che ha visto la partecipazione anche delle suore del monastero squillacese con la superiora dell’ordine Madre Maria Josè do Espirito Santo, una delegazione della parrocchia siciliana, oltre ai parenti della suora.
Suor Antonina Crapisi, 39 anni, ha svolto diverse attività nella sua parrocchia e nel sociale, scegliendo poi di donare la sua vita all’evangelizzazione e alla preghiera, nel carisma delle “Suore carmelitane messaggere dello Spirito Santo”.
Entrata nell’istituto di Roma nel 2008, ha professato i primi voti nel 2011 e, al termine del percorso formativo e dei voti temporanei, ha confermato la sua scelta, professando i voti perpetui. Mons. Bertolone, nell’omelia, ha spiegato che «la professione perpetua per una giovane suora significa dire “amen” a Dio, con tutta se stessa e per tutta la vita.
Significa donarsi a Gesù per mezzo dei voti di castità, povertà e obbedienza: tre impegni che questo mondo non ama seguire, ma che per le persone consacrate costituiscono una sfida».
Salvatore Taverniti