Niente prima elementare dal prossimo anno scolastico e formazione di una pluriclasse. Accade anche questo a Squillace. Secondo il sindaco Pasquale Muccari, tale evenienza non fa che confermare quanto già attestato dall’ufficio studi dell’Istat circa lo stato dei conti economici tra il 2016 ed il 2018. «La nostra Regione, ultima tra le ultime – dice – registra il valore più basso del pil pro capite e vede crollare l’indice della spesa per consumi delle famiglie.
I nostri giovani scappano da una terra che non offre più opportunità di studio o di lavoro, e la popolazione residente subisce da almeno due decenni una costante diminuzione». Per l’opposizione consiliare rappresentata dai consiglieri Oldani Mesoraca ed Enzo Zofrea, si è arrivati a tale decisione perché non si è raggiunto il numero previsto di nove bambini per comporre la prima classe, dove le iscrizioni si sono fermate a sette. «È chiaro che – aggiungono – questo pone una serie di interrogativi e solleva un’ampia problematica.
Considerato che il tempo per l’iscrizione dei bambini è scaduto il 31 gennaio, perché chi poteva non si è adoperato per far raggiungere il numero necessario? Si è cominciato con il liceo artistico e poi sappiamo tutti com’è andata a finire: dopo il trasferimento a Squillace Lido per carenza di alunni, rischia la definitiva chiusura».
Agli amministratori in carica i due, i quali sostengono che ciò che accadrà non è una scelta di carattere didattico, propongono una riflessione seria, magari con una seduta di consiglio comunale aperta al pubblico, per cercare di individuare una soluzione.
«A quali scelte – replica Muccari – si riferiscono i due consiglieri? Forse al nostro eccesso di zelo nell’avere ottenuto finanziamenti necessari all’adeguamento sismico, o all’essere intervenuti sempre nella messa in sicurezza degli edifici scolastici? È la legge italiana a disciplinare il dimensionamento scolastico, non il sindaco.
È la legge italiana a non riconoscere autonomia scolastica in caso di mancato raggiungimento del numero degli iscritti».
Il sindaco insiste sul fatto che caratteristiche dei territori, trend demografico e sostenibilità economica delle scelte programmate sono criteri sui quali non si può intervenire.
Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud)