La Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio per le province di Catanzaro e Crotone ha effettuato il sopralluogo nell’androne di palazzo Pepe, sito sul corso principale di Squillace, con propri funzionarti tecnici dopo la segnalazione, da parte della senatrice Margherita Corrado, delle condizioni precarie dello stemma dipinto a parete.
Secondo la stessa Soprintendenza, con particolare riferimento allo stemma dipinto sull’intradosso della volta a botte dell’androne, risalente presumibilmente al XV-XVI sec., ad opera di maestranze locali, si è potuto constatare che lo stessi risulta ancora in discrete condizioni conservative, salvo alcune lesioni superficiali presenti sulla volta a botte dove è situato lo stemma.
Il portale principale cui si accede nell’androne realizzato in pietra locale è formato da conci a punta di diamante. L’atrio presenta una volte a botte con lo stemma gentilizio della famiglia Pepe dipinto con varie policromie. Superato l’arco in pietra tufacea, che delinea l’atrio, ci si immette nella corte del palazzo, al cui centro si trova un pozzo in pietra tufacea di forma ottagonale, sormontato da un organo in ferro battuto. Da un’attenta ricognizione visiva, non si intravedono significative perdite della pellicola pittorica dello stemma che risulta tuttora leggibile nel suo insieme ma bisognevole comunque di modesti interventi di conservazione. Per quanto riguarda l’immobile nel suo complesso emerge che non è stata avviata alcuna dichiarazione dell’interesse culturale.
Alla fine della ricognizione, i proprietari presenti al momento del sopralluogo, ai quali è stato fatto presente che lo stemma risulta tutelato, si sono impegnati a far pervenire in tempi brevi alla Soprintendenza un progetto di restauro conservativo dello stemma, completo di apposita scheda tecnico-scientifica firma di un restauratore abilitato di beni culturali.
Soddisfazione per la tempestiva risposta alla sollecitazione ricevuta è stata espressa dalla senatrice Corrado che ha ringraziato la soprintendente Stefania Argenti e i suoi collaboratori, l’architetto Francesco Vonella e lo storico dell’arte Giovanni Marrello.
Carmela Commodaro