«I sindacati che hanno prodotto ricorso ex art. 28 dello Statuto dei lavoratori sono rappresentativi di soli tre dipendenti su 14. E il decreto emesso dal giudice del lavoro del Tribunale di Catanzaro definisce antisindacale la condotta dell’ente, non già quella del sindaco». Pasquale Muccari, sindaco di Squillace, torna a fare fronte a quella che definisce «feroce propaganda politica, messa in atto dal circolo locale del Pd».
Il Tribunale il 16 novembre scorso ha dichiarato la antisindacalità della condotta del Comune di Squillace per aver omesso di convocare le organizzazioni sindacali abilitate per la sottoscrizione del contratto collettivo decentrato definitivo relativo agli anni 2015 e 2016, e per aver omesso di avviare le trattative relativamente a quello relativo all’anno 2017.
Per il sindaco, «l’antisindacalità accertata giudizialmente deve essere ascritta in primis alle omissioni dei dipendenti. Nel decreto si legge che risulta l’assenza della relazione tecnico-finanziaria e il parere dei revisori dei conti.
Ciò ha comportato l’impossibilità di dare seguito ad ogni trattativa, di modo che ho valutato come inutile la partecipazione ad ogni successiva riunione in mancanza dei necessari atti gestionali presupposti e preliminari». Muccari sostiene che «i sindacati hanno agito in nome e per conto di soli tre dipendenti e hanno fatto autogol perché ad aver avuto un comportamento antisindacale sono prima di tutto coloro che hanno prodotto ricorso.
La controversia resterà fino a quando proprio i funzionari preposti non rimuoveranno le cause ostative per la ripresa delle trattative. Resto ancora in attesa del pronunciamento del giudice sulla legittimità di liquidare ai funzionari le indennità di risultato».
Sulle premialità il sindaco è chiaro: «Squillace va in dissesto e loro si premiano». Muccari punta il dito sul fatto che «il dissesto è stato causato da due legislature a guida Pd, e anche i dipendenti hanno avuto la loro parte. La mia amministrazione ha salvato loro lo stipendio e loro scalpitano».
All’atto del suo insediamento, Muccari ha ridotto al minimo le indennità di posizione. «Analogamente – aggiunge – ho ritenuto di fare per le altre voci di indennità che, a causa di un malcostume amministrativo stratificatosi negli anni, venivano distribuite a pioggia senza guardare al merito.
Mi si chiede di premiare i dipendenti che negli anni hanno omesso di compiere gli atti gestionali necessari per riscuotere i tributi relativi al servizio idrico e di porre rimedio alle relative anomalie». «Non sono contro la premialità – conclude – ma sono per le cose giuste anche nel campo del trattamento economico dei dipendenti. I premi saranno assicurati quando le carte saranno a posto e i patti saranno chiari.
I dipendenti sono responsabili quanto i politici».
Salvatore Taverniti