Da ieri i lavoratori impegnati nei cosiddetti Tis, tirocini di inclusione sociale, impiegati al municipio di Squillace sono in “sciopero bianco”. Si tratta di tredici soggetti che prestano servizio in vari settori dell’amministrazione e dei lavori pubblici. In altri termini, pur garantendo la presenza, incrociano le braccia e si astengono dalle varie mansioni che svolgono da oltre dieci anni nel comune, in particolare nelle aree amministrativa, finanziaria, tecnica, dei tributi, protocollo, polizia municipale e finanche nei settori della manutenzione, area cimiteriale, verde pubblico, lungomare e altro, con i rischi connessi. Il motivo è legato al fatto che da oltre tre mesi non percepiscono i dovuti emolumenti, per quanto irrisori che necessitano al cosiddetto menage familiare. I lavoratori impegnati nei Tis sono gli ex percettori di mobilità in deroga e prestano servizio in comuni ed enti pubblici.
Percepiscono riconoscimenti economici irrisori, ma sopperiscono egregiamente alla sempre cronica carenza di personale. Finora la sinergia tra Ministero e Regioni ha avuto l’obiettivo di contenere gli effetti della crisi del mercato del lavoro, creando le condizioni per evitare la fuoriuscita dal mondo del lavoro di quanti più soggetti possibili e il formarsi di disoccupazione di lungo periodo con conseguente perdita di competenza, capacità professionali e caduta di reddito.
Da più parti, peraltro, giungono appelli riguardo alla loro stabilizzazione, perché non è più tollerabile abbandonare queste persone nel totale precariato. Il sindaco di Squillace Pasquale Muccari esprime la piena solidarietà ai Tis che operano nel comune ormai dal lontano 2013.
«Occorre adoperarsi – sottolinea – affinché non ci sia soluzione di continuità al trasferimento degli emolumenti spettanti anche nella considerazione che molti percettori sono monoreddito e affrontano quotidianamente spese per la produzione del loro irrisorio reddito. L’occasione mi permette di rimarcare l’insostituibile attività di supporto che ali soggetti espletano a favore non solo della mia amministrazione, ma anche di diversi altri enti.
Uscire dalla precarietà, garantire ad essi dignità di lavoratori è un atto dovuto. Dichiaro di sostenere la loro causa in ogni sede e sono certo che la Regione e tutte le forze sindacali produrranno in tempi brevi gli atti necessari alla loro definitiva stabilizzazione. Gli enti ospitanti ne hanno assoluto bisogno».
Salvatore Taverniti, Gazzetta del Sud 14 feb 2023