Nel solco di una consolidata e apprezzata tradizione, anche quest’anno a Squillace la regina incontrastata delle tavole nel periodo di Pasqua è la cosiddetta “cuzzupa”, che in altre zone della Calabria chiamano “guta”, “cuddhuraci”, “cuculi”, a seconda della dislocazione geografica.
La cuzzupa è il tipico dolce fatto con farina di grano tenero, uova, strutto, latte intero, olio extra vergine d’oliva, zucchero e lievito.
Questo dolce viene realizzato in varie forme e poi viene ricoperto con albume montato a neve con zucchero e di zuccherini colorati su cui sono poste in forma augurale delle uova sode.
In passato questo dolce veniva preparato anche dalle suocere e regalato per le feste pasquali alle neospose come augurio di fertilità. Molte massaie del luogo preparano anche un’altra golosità tipica del periodo, le “pitte cu ‘a nepita”, ossia le nepitelle, dolci profumati a forma di mezzaluna fatti con noci, marmellata, mandorle, uva sultanina, fichi, cioccolato e cannella; oppure con farina, uova, cannella, uva passa, noci e vino cotto.
Ed ancora i cosiddetti “chijnulidhi”, che hanno la stessa forma delle nepitelle, ma sono ripieni di un impasto di ricotta e altri aromi. Resta immutato, soprattutto in ragione dell’influenza esercitata dal fu Regno di Napoli, anche il fascino della pastiera a base di ricotta, germe di grano ed essenza d’arancia. Dopo le restrizioni per il Covid, rivivono anche i tradizionali riti della Settimana santa. Ieri sera, dopo l’azione liturgica, si è svolta la processione dell’Addolorata.
Oggi, sabato santo, di buon’ora, la tradizionale processione della Madonna Desolata, mentre la solenne liturgia della veglia pasquale avrà inizio alle ore 23.
La messa del giorno di Pasqua sarà celebrata alle ore 11 nella basilica concattedrale di Squillace dall’arcivescovo monsignor Claudio Maniago.
Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud, 16 aprile 2022)