Un importante manoscritto sulla fama di santità attribuita a Cassiodoro fin dai secoli antichi, è stato rinvenuto nella settimane scorse nella Biblioteca nazionale di Francia, a Parigi, tramite l’impegno del vicepresidente dell’Istituto di studi su Cassiodoro e sul Medioevo in Calabria, con sede a Squillace, Agazio Mellace, che segue la ricerca anche a supporto del processo di beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio squillacese, in corso presso il tribunale dell’arcidiocesi di Catanzaro-Squillace.
L’antico documento, dal titolo significativo “De sanctis Agapito, Cassiodoro atque Vigilio” – che riconosce la santità di Cassiodoro insieme ad altri due storici e santi pontefici di quel periodo: Sant’Agapito I, famoso per la biblioteca fondata a Roma con Cassiodoro e morto a Costantinopoli nel 537, e Vigilio I, il papa della “Controversia dei tre capitoli”, che muore nel ritorno da Costantinopoli in Sicilia nel 555 – è stato individuato nella Biblioteca nazionale di Francia, proveniente dalla biblioteca dell’Arsenale e catalogato tra i “Vecchi fondi: manoscritti latini da 901 a 1200-Ms. 933.
volume composto da tre manoscritti”.
Da quanto finora si è potuto apprendere, sulla base di alcune informazioni interessanti fornite da studiosi famosi come Jean Mabillon e Rémi-Casimir Oudin, che se ne sono interessati all’inizio del Seicento, i passaggi di questo documento sarebbero che tale lavoro è un poema eroico composto da quattordici libri esistenti in manoscritti codici nell’Avernia dei Carmelitani di Clermont, da cui vengono poi trasferiti ai Carmelitani di Parigi e poi giungono alla biblioteca dell’Arsenale.
Dell’ulteriore ricerca sull’autore, sulla provenienza remota e sull’epoca effettive del manoscritto si sta ora occupando direttamente l’Istituto Cassiodoro, guidato dalla presidente Chiara Raimondo, che pensa di stabilire contatti maggiori e diretti con gli esperti della Biblioteca di Francia, soprattutto al fine di conoscere il contenuto complessivo del manoscritto che riguarda Cassiodoro.
Da quanto appreso sinora, si tratta, dunque, di un documento fondamentale che può certamente contribuire in maniera importante alla determinazione della fama di santità e del culto di Cassiodoro e all’inchiesta diocesana avviata di recente dall’arcivescovo di Catanzaro-Squillace monsignor Vincenzo Bertolone.
Salvatore Taverniti (La Gazzetta de sud)