Ci sarà una coda giudiziaria dopo le elezioni comunali di giugno a Squillace. Un ricorso al Tar è stato proposto da Anna Maria Mungo, candidata sindaco con la compagine 16. Battuta per soli dieci voti dalla lista “Siamo Squillace” del sindaco Enzo Zofrea, proprio in considerazione del minimo scarto, la Mungo si è rivolta al Tribunale Amministrativo Regionale assistita dall’avvocato Francesco Pullano.
Il percorso era stato avviato con un accesso agli atti e l’acquisizione dei verbali delle sezioni elettorali, in tre delle quali, secondo la ricorrente, si sarebbero riscontrate delle incongruenze. Il ricorso, nel quale sarebbero state evidenziate delle irregolarità sostanziali che hanno viziato il procedimento elettorale, è avverso la proclamazione degli eletti, per cui i controinteressati sono oltre al sindaco Zofrea, i consiglieri di maggioranza e gli altri tre consiglieri dell’opposizione. «Abbiamo proposto ricorso – afferma Mungo – al fine di verificare la legittimità o meno delle operazioni elettorali. Era un atto doveroso, alla luce dell’esito delle elezioni dalle quali siamo usciti sconfitti per soli 10 voti.
Abbiamo onorato il momento istituzionale dell’insediamento perché è giusto che le istituzioni vengano prima di ogni dialettica politica, ma era altrettanto giusto rappresentare al massimo il diritto-dovere della nostra lista sconfitta per pochissimi voti e incrociare la volontà di tanti cittadini che ci hanno chiesto questo passaggio giudiziario affinché non residui ombra alcuna sul pieno rispetto delle regole durante la fase delle operazioni elettorali». La ricorrente parla di «verifica doverosa che serenamente avremmo accettato a ruoli invertiti, visto l’esiguo scarto di voti che ha segnato le elezioni comunali di giugno scorso».
«All’esito di questa fase giudiziaria – conclude – se tutto dovesse risultare legittimo, non esiteremo un solo attimo ad accettare senza riserve il responso e continuare, nel pieno rispetto dei ruoli, attraverso i nostri consiglieri eletti, a fare una opposizione costruttiva, seria e attenta su ogni singola azione amministrativa della maggioranza, come vuole una sana democrazia». Alle elezioni comunali avevano partecipato tre liste: oltre a quella vincente e a quella rappresentata dalla Mungo, anche quella proposta dalla maggioranza uscente, “CivitaSquillace”.
“Siamo Squillace” ha vinto con 829 voti ed oltre al sindaco ha portato in consiglio Gerardo Bertolotti, Francesca Caristo, Tommaso Cristofaro, Mimmo Facciolo, Daniela Lioi, Natascia Mellace, Claudio Panaia e Luigi Vallone. “Progetto Squillace”, come detto, ha avuto 10 voti in meno, ottenendo due seggi (oltre alla Mungo, il consigliere Luca Occhionorelli). Infine, 714 sono stati i voti raccolti da “CivitaSquillace” che ha conquistato gli altri due seggi (Stefano Carabetta e Pasquale Muccari).Intanto, si sono registrati l’insediamento del sindaco e della Giunta e quello del nuovo Consiglio.
Il percorso era stato avviato con un accesso agli atti e l’acquisizione dei verbali delle sezioni elettorali, in tre delle quali, secondo la ricorrente, si sarebbero riscontrate delle incongruenze. Il ricorso, nel quale sarebbero state evidenziate delle irregolarità sostanziali che hanno viziato il procedimento elettorale, è avverso la proclamazione degli eletti, per cui i controinteressati sono oltre al sindaco Zofrea, i consiglieri di maggioranza e gli altri tre consiglieri dell’opposizione. «Abbiamo proposto ricorso – afferma Mungo – al fine di verificare la legittimità o meno delle operazioni elettorali. Era un atto doveroso, alla luce dell’esito delle elezioni dalle quali siamo usciti sconfitti per soli 10 voti.
Abbiamo onorato il momento istituzionale dell’insediamento perché è giusto che le istituzioni vengano prima di ogni dialettica politica, ma era altrettanto giusto rappresentare al massimo il diritto-dovere della nostra lista sconfitta per pochissimi voti e incrociare la volontà di tanti cittadini che ci hanno chiesto questo passaggio giudiziario affinché non residui ombra alcuna sul pieno rispetto delle regole durante la fase delle operazioni elettorali». La ricorrente parla di «verifica doverosa che serenamente avremmo accettato a ruoli invertiti, visto l’esiguo scarto di voti che ha segnato le elezioni comunali di giugno scorso».
«All’esito di questa fase giudiziaria – conclude – se tutto dovesse risultare legittimo, non esiteremo un solo attimo ad accettare senza riserve il responso e continuare, nel pieno rispetto dei ruoli, attraverso i nostri consiglieri eletti, a fare una opposizione costruttiva, seria e attenta su ogni singola azione amministrativa della maggioranza, come vuole una sana democrazia». Alle elezioni comunali avevano partecipato tre liste: oltre a quella vincente e a quella rappresentata dalla Mungo, anche quella proposta dalla maggioranza uscente, “CivitaSquillace”.
“Siamo Squillace” ha vinto con 829 voti ed oltre al sindaco ha portato in consiglio Gerardo Bertolotti, Francesca Caristo, Tommaso Cristofaro, Mimmo Facciolo, Daniela Lioi, Natascia Mellace, Claudio Panaia e Luigi Vallone. “Progetto Squillace”, come detto, ha avuto 10 voti in meno, ottenendo due seggi (oltre alla Mungo, il consigliere Luca Occhionorelli). Infine, 714 sono stati i voti raccolti da “CivitaSquillace” che ha conquistato gli altri due seggi (Stefano Carabetta e Pasquale Muccari).Intanto, si sono registrati l’insediamento del sindaco e della Giunta e quello del nuovo Consiglio.
Dopo il ricorso presentato, ora è tutto in mano al Tar Calabria che dovrà decidere sulla legittimità o meno delle operazioni elettorali.
Salvatore Taverniti – Gazzetta del Sud 16 luglio 202