Nell’ambito della V edizione della rassegna letteraria “Alla Corte dei Borgia”, organizzata nel castello di Squillace dall’associazione culturale Castellense, è stato presentato il libro di Achiropita Tina Morello dal titolo “Codex purpureus rossanensis.
La datazione”. Dopo i saluti istituzionali dell’assessora comunale al turismo Natascia Mellace e della delegata alla cultura Daniela Lioi, l’autrice si è soffermata sul Codex, sollecitata dagli interventi dell’archivista Benedetta Trapasso e dalle domande dei giornalisti Domenico Marcella e Carmela Commodaro. La Morello è docente di Storia dell’arte, è archivista e bibliotecaria.
Il Codex purpureus rossanensis, annoverato come patrimonio Unesco, è il più sublime dei capolavori della letteratura evangelica mondiale giunto fino a noi, con il testo evangelico di Matteo e di Marco e 15 splendide miniature. «Le menti pensanti che realizzarono il prezioso manoscritto – ha sottolineato l’autrice – non erano semplici monaci miniaturisti o amanuensi ma profondi conoscitori delle Sacre scritture, dei Vangeli, dei testi dei Padri della Chiesa. Il Codex è il più prezioso tra i manoscritti greci purpurei esistenti al mondo»
. Fin dalla sua scoperta avvenuta a Rossano nel 1879, il manoscritto è stato oggetto di studi. La Morello ha ripercorso tutto l’universo del Codex, lo ha analizzato e descritto minuziosamente, scoprendo elementi mai notati in precedenza, fino alla datazione. Il risultato ha permesso all’autrice di supporre che l’evangeliario fu realizzato nel VI secolo ad Antiochia di Siria, quando sul trono imperiale di Costantinopoli vi erano Giustino I e suo nipote Giustiniano.
La datazione”. Dopo i saluti istituzionali dell’assessora comunale al turismo Natascia Mellace e della delegata alla cultura Daniela Lioi, l’autrice si è soffermata sul Codex, sollecitata dagli interventi dell’archivista Benedetta Trapasso e dalle domande dei giornalisti Domenico Marcella e Carmela Commodaro. La Morello è docente di Storia dell’arte, è archivista e bibliotecaria.
Il Codex purpureus rossanensis, annoverato come patrimonio Unesco, è il più sublime dei capolavori della letteratura evangelica mondiale giunto fino a noi, con il testo evangelico di Matteo e di Marco e 15 splendide miniature. «Le menti pensanti che realizzarono il prezioso manoscritto – ha sottolineato l’autrice – non erano semplici monaci miniaturisti o amanuensi ma profondi conoscitori delle Sacre scritture, dei Vangeli, dei testi dei Padri della Chiesa. Il Codex è il più prezioso tra i manoscritti greci purpurei esistenti al mondo»
. Fin dalla sua scoperta avvenuta a Rossano nel 1879, il manoscritto è stato oggetto di studi. La Morello ha ripercorso tutto l’universo del Codex, lo ha analizzato e descritto minuziosamente, scoprendo elementi mai notati in precedenza, fino alla datazione. Il risultato ha permesso all’autrice di supporre che l’evangeliario fu realizzato nel VI secolo ad Antiochia di Siria, quando sul trono imperiale di Costantinopoli vi erano Giustino I e suo nipote Giustiniano.
Salvatore Taverniti – Gazzetta del Sud 31 lug 2024