Presentato da Ama Calabria il progetto “Il vetro solidale” per l’inclusione lavorativa di soggetti fragili

Nella sede dell’associazione di volontariato Ama Calabria (auto mutuo aiuto), a Squillace, è stato presentato il progetto “Il vetro solidale”, sulla tecnica della vetrofusione, in convenzione con l’Asp di Catanzaro – Centro Salute Mentale di Montepaone Lido, presenti il direttore del Csm Giuseppe Seminara, la presidente dell’associazione Don Pellicanò Caterina Iuliano, l’assistente sociale volontaria Carmen Corea, i tecnici di riabilitazione psichiatrica Chiara Raffaele e Francesca Maria Santoro, l’infermiera professionale Marina Pasquini, la presidente di Ama Calabria Rosa Conca e la sua vice Graziella Massara.

Antonio Napoli, operatore del centro diurno di Montepaone Lido ed esperto delle attività pratiche e manuali, ha illustrato il procedimento della fusione del vetro e come viene insegnata ai ragazzi l’arte della lavorazione termica del vetro che costituisce una possibilità di inclusione nel mondo del lavoro.
La presidente Conca ha affermato che «il progetto sulla lavorazione del vetro, realizzato anche grazie al sostegno dell’associazione Don Pellicanò, è importante e impegnativo sotto l’aspetto economico soprattutto perché sono costosi i materiali da impegnare per la realizzazione dei lavori, come il vetro colorato e adatto alla fusione».

Secondo quanto reso noto, i destinatari di questo progetto sono giovani inseriti in percorsi di riabilitazione psico-sociale che afferiscono al centro diurno di Montepaone Lido. Alla base c’è un concetto importante, quello della sanità pubblica che si appoggia sull’operato del volontariato con risorse che provengono dal terzo settore.
«Oggi, la presentazione del progetto – ha proseguito Conca – ha lo scopo di avvicinare i giovani fragili con difficoltà e problematiche di salute mentale che verranno inseriti in progetti di inclusione e di formazione al lavoro, percorsi riabilitativi destinati a sviluppare competenze lavorative. Il corso avrà una durata di sei mesi, per quattro ore settimanali; il tutoraggio del corso viene effettuato da operatori esperti. In passato era stato già proposto un corso sulla vetrofusione ed è stato possibile realizzarlo perché gli operatori avevano acquisito le competenze attraverso un corso di formazione che si era tenuto all’istituto alberghiero di Soverato a cui avevano partecipato.
Quindi, a monte nasce una formazione per la lavorazione del vetro e che oggi gli operatori metteranno al servizio di questo progetto. La sanità oggi non offre queste possibilità ed è per questo che nascono i rapporti di collaborazione con le associazioni del territorio».
La presidente dell’associazione Don Pellicanò Caterina Iuliano, dal canto suo, ha sottolineato che la sua associazione è al fianco delle famiglie. «Per noi – ha evidenziato – la famiglia deve essere un soggetto sociale, politico, cioè che abbia rilevanza nella società e faccia valere i propri diritti. Le persone con fragilità vengono da noi non per essere assistite, ma per avere la possibilità di essere in grado di rivendicare i loro diritti e di esercitare anche i loro doveri all’interno della società. Le persone fragili devono essere avviate al lavoro per essere utili alla società; non devono essere considerate come un peso, ma come una risorsa stimolando e valorizzando le loro abilità.
Ci occupiamo anche di essere presenti ai tavoli decisionali, nei Comuni e alla Regione, con i nostri rappresentanti affinché vengano sempre più riconosciuti i diritti di queste persone».
Con il progetto “Il vetro solidale”, in pratica, è stata avviata una collaborazione tra pubblico e privato con la finalità di costituire una cooperativa sociale di servizi che comprenderà progetti come quello sulla vetrofusione e altre attività del genere; una cooperativa che possa includere soggetti svantaggiati e che abbiano poi la possibilità di usufruire del guadagno proveniente dai loro manufatti in un’ottica di riabilitazione ed inclusione sociale. Si conta di attuare tutto questo nel corso dell’anno.
Carmela Commodaro

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