C’è anche lo squillacese Giuseppe Mungo tra le dodici personalità che il 1. maggio hanno ricevuto il premio “Giganti della Calabria”. Da dieci anni, infatti, l’Università delle Generazioni, che ha sede ad Agnone, in provincia di Isernia assegna il premio, fondato da Domenico Lanciano, a personaggi che sono prevalentemente lavoratori instancabili e ad oltranza, nonostante l’età, veri e propri stakanovisti, e che nel corso della loro vita hanno dato tanto onore a se stessi, alle proprie famiglie e al popolo calabrese, operando dentro e fuori i confini della Calabria.
Mungo è emigrato con la famiglia all’età di tre anni, prima nelle zone minerarie della Sardegna e poi verso le fabbriche della Francia, dove ha svolto pure attività sindacale. Ha scritto il libro “Hanno fatto di noi dei migranti”, che porta in giro per il mondo, nelle scuole e nelle comunità di emigrati di varia provenienza e cultura.
Viaggia molto per il mondo e torna almeno una volta all’anno a Squillace, ritenendosi malato inguaribile di “calabresite acuta”.
A Mungo il premio è stato assegnato, tra l’altro, per “il suo pensare continuamente alla Calabria e al suo paese natìo da cui la forzata emigrazione lo ha strappato all’età di tre anni; per avere formato una famiglia multiculturale unita nella dignità, nel lavoro e nei valori, specialmente nel comune ideale dell’Europa unita; per essere stato protagonista della propria migliore integrazione in Francia, riuscendo a significare molto come lavoratore e come sindacalista”.
Tra i “Giganti della Calabria 2019” ci sono pure Giovanni Balletta, Pino Codispoti, Bruno Congiustì, Nazareno Circosta, i coniugi Andrea Epifani e Caterina Piroso, Antonio Femia, Raffaele Lanciano, Roberto Passarella, Rocco G. Tassone, Giusy Zelesco e l’editore Rubbettino.
In più c’è il premio “Una vita per la cultura”, assegnato al novantatreenne scrittore e avvocato Francesco Tassone, di Vibo Valentia.
Salvatore Taverniti