«E’ una decisione che ritengo assolutamente ingiustificata, insensata e soprattutto dannosa per la popolazione e per gli imprenditori». Dopo la dichiarazione del dissesto finanziario dell’ente, decisa dal consiglio comunale di Squillace, a maggioranza, sabato scorso, è l’ex sindaco Guido Rhodio, già presidente della Regione, a intervenire sulla questione.
A Squillace, tra qualche giorno, si insedierà il commissario liquidatore, chiamato a gestire la massa attiva e passiva dell’ente, mentre toccherà alla giunta, presieduta dal sindaco Pasquale Muccari, redigere il bilancio di previsione 2014. Muccari ha individuato le cause della dichiarazione di dissesto nella irrealizzabilità del piano di riequilibrio pluriennale presentato dalla precedente amministrazione, nell’impossibilità di chiudere il bilancio in pareggio e nell’impossibilità di fornire i servizi pubblici essenziali, anche alla luce di quanto affermato dall’ufficio finanziario e dal revisore dei conti.
Per Rhodio, invece, «la relazione del revisore, anche secondo autorevoli esperti, non sostiene il dissesto, anzi lo dimostra problematico e, comunque, eventualmente addebitabile al comportamento platealmente omissivo dell’attuale amministrazione.
Bastava, infatti, proseguire il percorso del riequilibrio, già imboccato anche con il voto favorevole dell’ex minoranza dell’attuale sindaco, ed aspettare le conclusioni del Ministero dell’Interno e della Corte dei Conti, per immaginare eventualmente un nuovo percorso di riequilibrio, come stanno facendo i comuni seri. A me può stare bene il commissario, così si farà a meno di gestioni cervellotiche, ma non dovrebbe stare bene agli attuali amministratori e soprattutto alla città».
Rhodio sottolinea che le amministrazioni da lui presiedute hanno sempre «lavorato con impegno, con trasparenza, con dedizione, anche se in un momento difficile per le finanze di tutti i comuni, e tale lavoro non può essere messo in discussione da avventurieri». Rhodio sostiene, inoltre, che amministratori in carica e revisore non hanno considerato «per niente la circostanza dei continui tagli o rimesse intervenuti negli ultimi cinque anni da parte dello Stato ai comuni; è stato affrontato il problema dei residui attivi e passivi, stralciandolo dalla vasta problematica nazionale che caratterizza la materia, che coinvolge dibattiti anche nella categoria dei revisori e alla quale il legislatore non ha ancora messo seriamente mano per risolverlo, togliendo gli Enti Locali dalle difficoltà in cui si dibattono; non è stato preso atto che molte spese effettuate hanno riguardato la continuità dei servizi pubblici essenziali e indispensabili per la comunità e, pertanto, si è quasi sempre trattato di spese non scelte dall’amministrazione, ma obbligatoriamente imposte da altri soggetti».
Spese che Rhodio elenca in una lunga nota indirizzata al revisore dei conti, ai responsabili degli uffici comunali e agli amministratori, concludendo che era necessaria la prosecuzione della procedura del riequilibrio finanziario pluriennale, condivisa e avallata dallo stesso revisore, senza imbarcarsi in una procedura alternativa, il dissesto, maggiormente contorta e dannosa per il risanamento straordinario dell’ente.
Salvatore Taverniti