Duecentoquarantatremila euro. A tanto ammonta il pignoramento delle somme di cui è parte creditrice la ditta Francesco Pileggi, di Maida, alla tesoreria del Comune di Squillace, tramite l’ufficio esecuzioni del Tribunale di Catanzaro.
La somma si riferisce ai lavori svolti dall’azienda per la realizzazione del “Parco fluviale tra borgo e marina”. L’intervento è stato realizzato in parte ed ora è fermo per problematiche procedurali e di fattibilità del progetto. Nel corso del tempo sono state depositate perizie di variante e suppletive finalizzate a salvaguardare il finanziamento ottenuto dalla Regione, che ora, però, potrebbe procedere alla revoca. Dopo il decreto ingiuntivo proposto dalla ditta che ha visto il Comune soccombente, erano state avviate delle trattative per la definizione del contenzioso.
Ora è intervenuto il precetto e il conseguente pignoramento, a cui il Comune di Squillace ha deciso di opporsi, esprimendo atto di indirizzo nei confronti del responsabile del servizio contenzioso per l’individuazione di un legale. Il parco fluviale si sarebbe dovuto realizzare nella valle tra il borgo e la marina di Squillace, con il recupero dei mulini ad acqua, al fine di migliorare la fruizione del patrimonio ambientale. Il progetto è stato finanziato per l’importo di un milione di euro con i fondi del Pisl “Il Golfo che unisce” del Por Calabria Fesr 2007-2013.
Avrebbe dovuto comprendere i torrenti “Pellene-Alessi” e “Ghetterello”, con il coinvolgimento dei territori dei comuni viciniori attraversati da questi corsi d’acqua.
Un intervento che mirava soprattutto a monitorare la situazione dal punto di vista ambientale, ma anche alla tutela del pregevole patrimonio naturalistico. Era prevista un’operazione di tutela dei fiumi, che annoverano varie e spettacolari cascatelle, una decina di mulini in disuso, diverse evenienze monumentali, come il ponte medioevale e il mulino di San Bruno, e una macchia di selva mediterranea di grande pregio paesaggistico e che costituisce un polmone di ossigeno rilevante nel territorio del golfo di Squillace. Pregevoli, infatti, sono gli antichi mulini ad acqua presenti e inattivi da tanti anni e che si voleva valorizzare con specifici interventi di recupero.
Tra mulattiere, mulini e la vegetazione, dunque, l’intenzione era quella di creare un percorso naturalistico da inserire nell’offerta turistica assieme ad altri percorsi ed itinerari della cittadina medievale.
La somma si riferisce ai lavori svolti dall’azienda per la realizzazione del “Parco fluviale tra borgo e marina”. L’intervento è stato realizzato in parte ed ora è fermo per problematiche procedurali e di fattibilità del progetto. Nel corso del tempo sono state depositate perizie di variante e suppletive finalizzate a salvaguardare il finanziamento ottenuto dalla Regione, che ora, però, potrebbe procedere alla revoca. Dopo il decreto ingiuntivo proposto dalla ditta che ha visto il Comune soccombente, erano state avviate delle trattative per la definizione del contenzioso.
Ora è intervenuto il precetto e il conseguente pignoramento, a cui il Comune di Squillace ha deciso di opporsi, esprimendo atto di indirizzo nei confronti del responsabile del servizio contenzioso per l’individuazione di un legale. Il parco fluviale si sarebbe dovuto realizzare nella valle tra il borgo e la marina di Squillace, con il recupero dei mulini ad acqua, al fine di migliorare la fruizione del patrimonio ambientale. Il progetto è stato finanziato per l’importo di un milione di euro con i fondi del Pisl “Il Golfo che unisce” del Por Calabria Fesr 2007-2013.
Avrebbe dovuto comprendere i torrenti “Pellene-Alessi” e “Ghetterello”, con il coinvolgimento dei territori dei comuni viciniori attraversati da questi corsi d’acqua.
Un intervento che mirava soprattutto a monitorare la situazione dal punto di vista ambientale, ma anche alla tutela del pregevole patrimonio naturalistico. Era prevista un’operazione di tutela dei fiumi, che annoverano varie e spettacolari cascatelle, una decina di mulini in disuso, diverse evenienze monumentali, come il ponte medioevale e il mulino di San Bruno, e una macchia di selva mediterranea di grande pregio paesaggistico e che costituisce un polmone di ossigeno rilevante nel territorio del golfo di Squillace. Pregevoli, infatti, sono gli antichi mulini ad acqua presenti e inattivi da tanti anni e che si voleva valorizzare con specifici interventi di recupero.
Tra mulattiere, mulini e la vegetazione, dunque, l’intenzione era quella di creare un percorso naturalistico da inserire nell’offerta turistica assieme ad altri percorsi ed itinerari della cittadina medievale.
Salvatore Taverniti