«Sono felice per la positiva conclusione per tutti i soggetti coinvolti in questa triste vicenda». È raggiante il sindaco di Squillace Pasquale Muccari dopo la decisione del Gup del Tribunale di Catanzaro di “non luogo a procedere” per lui, l’assessore comunale Franco Caccia, la segretaria comunale Giuseppina Ferrucci e gli ex amministratori Gregorio Talotta e Nicola Anania, che erano indagati dalla Procura della Repubblica, a vario titolo, per i reati di corruzione e concussione.
Due le vicende comunali al centro dell’indagine del pubblico ministero, una sullo svolgimento delle procedure concorsuali per l’incarico a tempo determinato di funzionario dell’ufficio tecnico e l’altra su presunte pressioni svolte nei confronti di un ex consigliere di opposizione a dimettersi.
Nel seguito dell’udienza preliminare svoltasi giovedì scorso, tutti i protagonisti della vertenza giudiziaria sono stati prosciolti. Il giudice ha valutato favorevolmente la corposa documentazione e le memorie difensive del collegio dei legali degli indagati Marco Sinopoli, Saverio Pittelli, Salvatore Iannone, Amelia Bongarzone e Giovanni Lacaria. «I capi di imputazione – dice ora il sindaco Muccari – sono stati smontati nel corso del procedimento.
Si riafferma la mia trasparenza di 40 anni di attività spesi per la collettività con passione, dedizione e impegno. Fra l’altro, uno dei due procedimenti era relativo ad un incarico a contratto ai sensi dell’art. 110 del Tuel, che non è assolutamente da configurarsi come un concorso. Adesso attendiamo le motivazioni della sentenza.
So solo che è stato accertato che nessun reato è stato commesso. Voglio ricordare, però che la denuncia di alcuni ex consiglieri della minoranza fatta nel 2015 riguardava la gestione dei rifiuti e quella dell’immigrazione e che nessun rilievo è stato sollevato dall’autorità giudiziaria. Poi è stato fatto un uso strumentale delle intercettazioni sia nel corso delle relazioni sociali sia in ambienti politici e su questo ci saranno ulteriori valutazioni da parte nostra e dei nostri legali.
La vicenda chiarisce ancora una volta che le mie mani sono pulite. Il gruppo di maggioranza ha fatto quadrato intorno alla mia persona e agli altri indagati. Ora è il momento del lavoro, dopo che è stata restituita la dignità a me e all’istituzione che rappresento».
Dal canto suo l’assessore Caccia sottolinea che la vicenda è apparsa fin da subito inconsistente dal punto di vista giuridico e carente dei requisiti minimi richiesti per una corretta conduzione di indagini giudiziarie. «La sentenza – aggiunge – rappresenta la giusta risposta a quanti hanno speculato, in maniera indegna, su una vicenda che era ancora nelle fasi preliminari.
Chi non rispetta le regole giuridiche ed ancor più le regole del vivere civile è bene che non ricopra ruoli di responsabilità pubblica. Noi proseguiamo il nostro lavoro, mai interrotto, con l’obiettivo di migliorare la qualità di vita ed aumentare le opportunità per gli squillacesi. Nei prossimi mesi ne vedremo delle belle».
Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud, 15 ottobre 2022)