Un momento non solo di grande significato culturale, ma anche un’occasione preziosa di crescita e di formazione in un settore che può rappresentare un importante motore di sviluppo occupazionale ed economico per il territorio.
E’ la mostra dal titolo “I volti di Maria nel tempo dell’Assunta”, inaugurata all’interno del museo diocesano di Squillace, alla presenza, tra gli altri, di Paola Severini, già consigliere alla Direzione generale del Ministero per i beni e le attività culturali. La mostra è frutto di un dono speciale al patrimonio storico-culturale di Squillace e del territorio da parte di don Antonio Tarzia, presidente dell’associazione “Centro culturale Cassiodoro”. Giornalista, direttore e fondatore della rivista “Jesus”, don Tarzia, in concomitanza con i primi dieci anni di vita dell’associazione da lui fondata, ha voluto offrire alla Calabria diverse prestigiose opere di sua proprietà: una donazione di circa 300 quadri che hanno trovato una collocazione accanto alle altre importanti testimonianze storico-artistiche provenienti dal tesoro della cattedrale normanna di Squillace, distrutta dal terremoto del 1783.
La mostra è stata curata dall’architetto Cosimo Griffo, con la partecipazione dei sei allievi del primo master in gestione dei beni culturali ed ecclesiastici promosso dall’Università “Magna Graecia” di Catanzaro. «Per questo primo appuntamento – ha commentato don Tarzia – i visitatori avranno la possibilità di ammirare una mostra tematica dedicata alle diverse espressioni artistiche della Madonna, allestita in una delle sale che solitamente ospitano le attività didattiche.
Tra i pezzi pregiati di noti autori contemporanei c’è l’opera che raffigura Gesù che appare alla Madonna, firmata da Fiume e già esposta alla galleria di Milano, e ancora altre creazioni di Ciminaghi, Manzù e Ulisse Sartini.
Il nostro percorso di ricerca proseguirà attorno ai momenti evangelici visti attraverso lo sguardo degli artisti contemporanei, dedicando i prossimi appuntamenti ai temi della misericordia e dei santi di cui il museo custodisce diverse testimonianze».
Salvatore Taverniti