Inizialmente si era pensato di bloccare l’accesso all’edificio scolastico, ma poi i genitori dei bambini della scuola dell’infanzia di Squillace Centro hanno optato per un’azione più morbida. Monta la protesta, a Squillace, per il fatto che da più di un mese l’acqua che viene erogata dall’acquedotto comunale, che rifornisce il centro storico, è buona solo per la pulizia della casa, per il funzionamento dei sanitari e per l’igiene della persona.
La non potabilità dell’acqua è stata sancita da un’ordinanza del sindaco Pasquale Muccari, in seguito al nubifragio del 17 marzo scorso che ha danneggiato l’impianto della sorgente di località “Donnatolla”. Preoccupati della situazione si dicono soprattutto i genitori dei bambini dell’asilo, dove funziona il servizio mensa e, dunque, si deve fare uso dell’acqua per cucinare.
Ieri (mercoledì) a scuola c’è stata un’astensione dalle lezioni di circa il 60% dei bambini, mentre il dirigente scolastico ha incontrato alcuni dei loro genitori, ai quali, dopo aver chiarito che non sussistono le condizioni per chiudere la scuola, ha proposto che il servizio mensa potrà proseguire con la distribuzione di cibo preconfezionato oppure tramite l’utilizzo della cucina del plesso di Squillace Lido.
I genitori successivamente sono stati ricevuti dal sindaco e dal presidente del consiglio comunale Paolo Mercurio, nella sala consiliare del municipio, dove sono giunti altri cittadini. Nel corso di un acceso dibattito è stata affrontata la problematica idrica relativa a tutto il centro storico. I cittadini hanno contestato agli amministratori i limiti del loro operato, soprattutto riguardo alla disinformazione.
«Non basta – è stato rilevato – che sia stata emessa un’ordinanza, ma questa non è stata adeguatamente pubblicizzata, mentre la gente da oltre un mese utilizza l’acqua del rubinetto anche per cucinare». E’ stato chiesto anche un impegno di spesa per risolvere il problema. Il sindaco ha potuto soltanto rilevare che se l’amministrazione non avrà in mano i risultati ufficiali delle analisi effettuate sull’acqua non si potrà revocare l’ordinanza.
Per ovviare nell’immediatezza alla situazione, intanto, è stato deciso di fare ricorso alla Protezione civile per la distribuzione di acqua potabile tramite le autobotti. Nel frattempo, i disagi per le famiglie e le attività commerciali proseguono.
Salvatore Taverniti