Ha dato inizio al cammino quaresimale nella concattedrale di Squillace l’arcivescovo metropolita mons. Claudio Maniago, che mercoledì scorso ha presieduto la solenne celebrazione eucaristica con la benedizione e l’imposizione delle Ceneri.
Con l’arcivescovo erano presenti anche il parroco don Enzo Iezzi e mons. Raffaele Facciolo. Il presule, nell’omelia, ha sottolineato che «la Quaresima è un tempo in cui siamo invitati a restaurare il nostro cammino di fede, a rivedere le cose importanti e ad aggiustare ciò che non va. Occorre ritornare a Dio, che ci fa sentire quanto grande è il suo amore per noi; un Dio vicino che ci aiuta a vivere meglio.
Abbiamo bisogno di migliorarci e solo lui può aiutarci. Sarebbe davvero un non comprendere la bellezza e la ricchezza della Quaresima, se noi la limitassimo a un fatto in cui il Signore appare un po’ come un esattore che viene e ci presenta il conto.
Al contrario, anche la Quaresima è un dono grande che viene dall’amore di Dio per noi, un amore appassionato che non si stanca mai di noi, nonostante le nostre fragilità e i nostri peccati». Mons. Maniago poi si è soffermato sui tre pilastri della Quaresima, la preghiera, l’elemosina e il digiuno, spiegandone il significato e il valore specie in questo periodo, «in cui Gesù ci chiede di più, invitandoci a non vivere la fede in modo ipocrita».
«La Quaresima – ha concluso l’arcivescovo – sia una sorta di palestra in cui ci alleniamo a togliere la maschera, ad essere sinceri e veri e a vivere davvero secondo quella che è la nostra vocazione cristiana, la vocazione battesimale, come il Signore ci chiede.
Scopriremo, se solo crediamo un po’ di più e ci affidiamo alla sua parola, che la via che ci promette e che ci offre il Signore è la via migliore, quella in cui scopriamo addirittura che si può essere in pace, che si può essere anche contenti».
Salvatore Taverniti, Gazzetta del Sud 23 feb 2023