Mimmo Talotta: una grande passione per i presepi

Per Mimmo il Natale non finisce mai, così come non è mai finito quello dello scorso anno. Ora arriva il periodo più bello per lui, perché può mettere in mostra le sue opere, progettate e realizzate nell’arco di tutto l’anno.
Mimmo Talotta ha 46 anni, ma coltiva l’arte di fabbricare i presepi artistici da quando ne aveva dieci.
«E’ vero – dice – i miei giocattoli da piccolo erano i personaggi del presepe. I miei coetanei spendevano la loro paghetta in caramelle e macchinine, io in pastori e statuine per il presepe».
Mimmo conserva gelosamente quei personaggi e quando apre le scatole in cui sono riposti si emoziona e torna indietro con la mente. «Per me – ribadisce – sono come cimeli che custodisco come oggetti di grande valore». Per Mimmo costruire presepi è una grande passione e la sua tecnica è molto apprezzata, perché riesce a utilizzare ogni materiale, ogni oggetto che trova, trasformandolo in elemento presepiale.
Ne costruisce di tutti i tipi: favoloso quello realizzato in una brocca d’argilla locale; simpatico il presepe ricavato in una caffettiera; suggestivo quello in monoblocco di argilla che rappresenta la città di Squillace in miniatura, premiato lo scorso anno nell’ambito di un concorso regionale.
In questi giorni ne ha terminato uno enorme, in stile napoletano, realizzato con polistirolo, gesso, sughero, tufo, legno e fil di ferro, con simboli locali (le immagini del patrono Sant’Agazio e della Madonna del Ponte) e con i personaggi in ceramica e vestiti di stoffa.
Perché Mimmo realizza da sé i personaggi dei suoi presepi, utilizzando l’argilla, secondo i canoni della bimillenaria arte squillacese, e con una tecnica di pittura a freddo che veniva utilizzata nel 1600 anche a Squillace. Nella sua vita finora ha realizzato più di cento presepi, molti dei quali ora si trovano in varie parti del mondo: in tanti, soprattutto gli emigrati, richiedono le sue opere e i suoi personaggi fatti a mano.
«Fare presepi – conclude – è una passione che sento forte dentro di me. Un impulso inarrestabile che mi dà tanta soddisfazione».

Salvatore Taverniti

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