Nella ricorrenza della commemorazione dei defunti, il 2 novembre, l’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, mons. Vincenzo Bertolone, ha celebrato una messa, come è tradizione, nella cappella del cimitero di Squillace, alla presenza delle autorità civili e di numerosi fedeli.
Erano presenti, tra gli altri, il sindaco Guido Rhodio, insieme ad altri amministratori, e il comandante della Compagnia dei Carabinieri capitano Vitantonio Sisto, con i marescialli Antonio De Nardo e Raffaele Mosca.
Il rito, presieduto dall’arcivescovo, è stato officiato anche dai parroci di Squillace don Giuseppe Megna, don Alessandro Nicastro e padre Piero Puglisi, oltre a don Francesco Candia.
Nell’omelia, l’arcivescovo ha definito il cimitero “un luogo di silenzio che parla”. «La morte di don Pino Puglisi e del cardinale Martini, per esempio – ha aggiunto – parla ancora e il loro insegnamento è ancora vivo.
Questo luogo invita tutti noi ad elevare il pensiero a Dio e ci insegna che è importante imparare a morire ogni giorno. Occorre ricordare che la morte è l’inizio della pienezza della vita». Il presule ha invitato i fedeli alla riflessione quotidiana sui “Novissimi”.
«Il pensare alla morte e al giudizio – ha rimarcato – non deve mettere paura, ma ci deve fare considerare tutti figli di Dio e ribadire che la morte è un incontro con lui».
Salvatore Taverniti