E’ tornato il suono delle campanelle e le strade si riempiono dei suoni e dei colori di futuro. L’apertura dell’anno scolastico è uno dei pochi riti di condivisione comunitaria che coinvolge bambini, giovani ed adulti. Per quanto l’uomo si sforzi a cercare soluzioni alternative, per costruire il benessere, individuale e collettivo, la strada è obbligata. La conoscenza, la ricerca e l’apprendimento continuo sono, al momento, le uniche strade percorribili.
Possono sembrare riflessioni fatte da adulti che hanno dimenticato i vezzi ed i vizi delle giovani generazioni e della loro viscerale contrarietà a vivere in maniera serena il rapporto con l’istituzione scolastica. Ma è proprio questa la vera sfida . Riuscire ad accendere nei bambini e nei giovani il desiderio ad apprendere . La scuola è un luogo dove tutti i giorni milioni di adulti, bambini e giovani trascorrono moltissimo tempo assieme. Un tempo fatto di speranze in una crescita per un futuro costellato di nuove possibilità. La scuola viene vissuta come un pesante adempimento quando cessa la sua funzione profetica, quando non ha più la capacità di accompagnare il giovane all’incontro creativo con le diverse sfaccettature del sapere e della conoscenza; quando si chiude in pratiche noiose e ripetitive di programmi a cui manca la declinazione della parola fondamentale per ogni processo di apprendimento: futuro.
L’apprendimento è tanto più efficace se agisce non solo sulla razionalità ma anche sull’emotività, cioè sulle motivazioni, sui desideri. In questo molto possono e devono fare i docenti. Ognuno di noi, nell’esperienza da discente, ha il prezioso ricordo di almeno un maestro/docente capace di far arrivare il suo sapere con la forza di una punta della freccia scoccata dall’arco .
Il docente che ha avuto il merito di farci amare il suo sapere, attraverso il suo linguaggio, la sua mimica, le sue originali trovate, la sua instancabile voglia di fare cose nuove, la sua capacità di ascolto di chi era seduto tra i banchi , la sua autorevolezza nell’utilizzare in maniera creativa gli spunti ed i suggerimenti di allievi e famiglie.
Nei miei personali ricordi, questi personaggi erano coloro i quali non hanno cercato di riempire la testa come contenitore vuoto. Semmai hanno cercato di stimolare domande, riflessioni , coinvolgimento, riuscendo con questo loro agire a far raggiungere risultati apprezzabili anche a coloro i quali, in quasi tutte le altre materie, non riuscivano ad arrivare alla sufficienza.
In questi ultimi decenni , anche nella nostra regione , notevoli sono stati gli investimenti destinati all’ammodernamento delle strutture ed alla creazione di ambienti dotati di tecnologie sofisticate. Un fatto estremamente positivo, specie se si traduce in positive ricadute nel miglioramento dei metodi didattici volti alla produzione diffusione e condivisione delle conoscenze.
La scuola, pur tra tante difficoltà ed aspettative, è un’istituzione che può ancora fare tanto e di questo i primi ad esserne convinti devono essere i diretti protagonisti: dirigenti scolastici, docenti, personale scolastico, studenti, famiglie, amministratori comunali. Guardiamo al futuro con fiducia e determinazione. Diamo vita ad un rinnovato patto educativo(studenti, famiglie, docenti, associazioni, ecc), capace di riaccendere interessi , suscitare emozioni, sperimentare innovazioni.
Adoperiamoci affinché le nostre scuole diventino luoghi attraenti in cui i nostri ragazzi possano incontrare il sapere, un incontro che spalanca nuovi mondi e mobilita energie creative. Un incontro che cambia la vita .
Franco Caccia
Sociologo