La scuola non dimentica. Dopo il disappunto espresso da un genitore per il fatto che, nel “Giorno del ricordo”, nella scuola di suo figlio non si sarebbe trattato il tema delle foibe, l’Istituto comprensivo di Squillace rende noto che «a cominciare dal 27 gennaio fino al 15 febbraio, in tutti i plessi, i docenti hanno organizzato e continuano ad organizzare momenti di riflessione su quelle che sono state alcune delle pagine più buie della storia contemporanea».
In particolare, in tutte le classi si sono svolti “reading” a cura delle lettrici volontarie: nell’aula magna del plesso della scuola secondaria di Squillace è stato organizzato un concerto dedicato alla Shoah e alla memoria dello sterminio degli Ebrei nei campi di concentramento; a Stalettì, come in altri plessi, i ragazzi hanno imparato la canzone “Dentro la buca”, conosciuto fatti, ascoltato testimonianze, visionato alcuni momenti di “Magazzino 18”, letto brani e dialogato sulla guerra, sui crimini di guerra, sui confini che separano i popoli.
E momenti di commozione tra i giovani sono stati vissuti soprattutto durante la proiezione di filmati originali accompagnati dalla musica a tema, suonata dai docenti di strumento, ma anche durante i canti dei bambini e dei ragazzi, la cui voce si è diffusa come una preghiera, perché nulla di questi orrori possa ritornare. «La Shoah e le foibe – fa sapere la dirigente scolastica Grazia Parentela – ma anche l’esodo siriano, la tragedia dei migranti e le migliaia di morti nel Mediterraneo, il genocidio del popolo armeno, i massacri in Ruanda, quindi prima di tutto l’educazione alla pace e la condanna di qualsiasi tipo di violenza, in ogni luogo della Terra, oltre ogni possibile anniversario, sono alla base della mission dell’Istituto comprensivo di Squillace coglie ogni occasione per coinvolgere le famiglie nell’opera educativa della scuola per diffondere la piena conoscenza della realtà scolastica vissuta dai figli».
Secondo preside e docenti, la commemorazione di eventi storici non può certo limitarsi ad un giorno, così come dimostrano i numerosi eventi organizzati in tutta Italia, sia per la “Giornata della memoria” che per quella “del ricordo”, che avvengono in date differenti. «Infatti, nel nostro istituto – concludono – nell’ambito di una progettazione promossa, sollecitata e incoraggiata dalla dirigente scolastica, i docenti hanno creato eventi condivisi e svolto lezioni ad hoc, favorendo tempi distesi per l’apprendimento, la ricerca e la riflessione».
Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud)