Segnalate alla Soprintendenza aree archeologiche da salvaguardare.
La prestigiosa realtà dell’artigianato della ceramica artistica e tradizionale deve essere conosciuta e recepita anche visivamente nel suo percorso storico-produttivo.
Per questo la Pro loco ha rivolto un’stanza al sindaco di Squillace Pasquale Muccari per la concessione dei locali del piano di mezzo della “Casa delle culture” per allestire una mostra relativa alla produzione dell’artigianato ceramico squillacese. Secondo il presidente del sodalizio turistico squillacese Agazio Gagliardi, l’esposizione favorirà l’interesse e il richiamo di visitatori. La Pro loco, per il conseguimento di tale obiettivo, intende avvalersi del parere e dei suggerimenti di esperti del settore, a cominciare dai rappresentanti della categoria e dell’archeologa Chiara Raimondo che ha già allestito la struttura dell’antica bottega Conca, nel centro storico di Squillace, che potrebbe raccordarsi con la nascente iniziativa del museo.
La stessa Pro loco, in questo periodo, è impegnata anche nel settore dei beni culturali con proposte e suggerimenti alle autorità competenti per la valorizzazione di importanti zone storiche della città.
A cominciare dalle aree archeologiche del convento dell’Osservanza, per le quali chiede alla Soprintendenza archeologica un adeguato sopralluogo volto alla loro tutela. Un’altra emergenza archeologica, secondo Gagliardi, è relativa alle adiacenze dell’area della cosiddetta “Casa di Cassiodoro”, dove un tempo insisteva l’ex chiesa di San Matteo, in cui il gran conte Ruggero Normanno firmò le donazioni a San Bruno per la nascita della celebre Certosa di Serra. «L’area dell’Osservanza e di San Matteo Vecchio – sottolinea Gagliardi – andrebbero studiate e, dopo apposito sopralluogo, meglio tutelate e pianificate, al fine di garantire un’idonea fruizione da parte dei visitatori. Per questo naturalmente ci sarà la massima collaborazione da parte della Pro loco».
Un’altra segnalazione perché venga disposto un urgente intervento di consolidamento e di recupero riguarda le torri e la cinta muraria medievale della città. Alla Soprintendenza vengono evidenziate le crescenti e precarie condizioni di stabilità e deterioramento delle strutture rimaste, essendo stata la città uno dei capisaldi difensivi dell’intero territorio calabrese e, in particolare, della linea strategica del Golfo di Squillace.
A parere della Pro loco, le torri di maggiore evidenza che richiedono un immediato intervento di manutenzione e restauro sono le due che fiancheggiano la famosa “Porta di Suso” da cui si accede alla città medievale attraversando il viale Fuori Le Porte. «La Soprintendenza – rileva Gagliardi – potrebbe proceder ad una ricognizione delle tracce di mura superstiti, al fine di definirne il percorso come risulta da diversi e antichi documenti e stampe».
Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud, 17 marzo 2021)