«Atti lineari di programmazione finanziaria, supportati dal revisore dei Conti e assunti dall’intero consiglio, sono stati adottati guardando al futuro, cioè ai prossimi dieci anni e soprattutto alla complicata gestione dei comuni, che in tutta Italia si fa sempre più critica e insostenibile».
Lo sostengono i consiglieri di maggioranza di “Arcobaleno per Squillace”, in riferimento all’approvazione dell’attivazione della procedura di riequilibrio finanziario della durata di dieci anni.
Dopo alcune critiche mosse dalla sezione squillacese di Rifondazione Comunista, definite “allarmistiche e terroristiche”, il gruppo di maggioranza in consiglio comunale intende tranquillizzare la popolazione. «Tutti sanno – si legge in una nota – che i comuni stanno contrastando la crisi economica del Paese e i drastici tagli di risorse agli Enti Locali che giornalmente riducono le entrate dei comuni e che imporrebbero l’aumento al massimo delle aliquote di tasse e tributi locali, cosa che l’amministrazione squillacese non ha mai voluto fare».
In questo quadro l’amministrazione capeggiata dal sindaco Guido Rhodio ha predisposto il piano di riequilibrio pluriennale approfittando dell’opportunità offerta dalla legge, «allineandosi alle decisioni che diversi comuni stanno deliberando in Italia e in Calabria per arginare la grave situazione finanziaria che attraversano».
Il piano, approvato dal consiglio comunale all’unanimità (maggioranza, minoranza e un’astensione), registra le ipotesi di entrate e le ipotesi di uscite, «che non sono certe e che non sono di due milioni, come asserito, perché tale cifra contiene l’importo di circa 400 mila euro per eventuali e ipotetici creditori; di 329 mila euro per investimenti e altre 500 mila euro, in parte non dovuti o già in fase di pagamento, come quelli per i rifiuti al commissario ambientale o per l’acqua della Sorical, con cui vi è contenzioso aperto».
«Ma sulle uscite, una volta definite – puntualizza “Arcobaleno per Squillace” – potremo ampiamente soffermarci e dire di che si tratta e quali cittadini o fatti li hanno provocati. Nel piano è annotato soprattutto l’elenco di quanto il comune deve incassare da creditori, da dismissioni di immobili improduttivi, dal recupero di crediti in base alle diffide o azioni giudiziarie già intraprese. Tanto che alla fine si avrà un saldo attivo.
I cittadini non devono pagare un bel nulla, come non hanno finora pagato nulla, perché l’amministrazione Rhodio non ha mai voluto portare al massimo i tributi, cosa che finora si è riusciti a fare, ma che nel futuro sarà probabilmente difficile fare, perché le tasse da pagare dovranno pareggiare gli effettivi costi di gestione ed erogazione dei servizi».
Salvatore Taverniti