Un cucciolo di cane maremmano probabilmente avvelenato e un altro cucciolo investito da un’auto. A Squillace, nella zona di località “Micciulla”, vi erano sei cani dello stesso gruppo: gli altri quattro non si sa che fine abbiano fatto. Torna l’incubo avvelenamento e tornano i maltrattamenti nei confronti degli amici “a quattro zampe”.
La denuncia arriva dal “Comitato cittadino a difesa degli amici a 4 zampe”, che in una nota parla di «prassi purtroppo diffusa, quella di usare il veleno come folle mezzo per risolvere il problema del randagismo».
Secondo i volontari animalisti, i cittadini devono segnalare prontamente alle autorità competenti ogni caso di sospetto o accertato avvelenamento, ricordando che si tratta di un reato previsto dal codice penale. E soprattutto fanno un appello alle istituzioni: quando si troverà una soluzione definitiva al randagismo? Sulla carcassa del maremmano trovato morto non si è potuto intervenire per effettuare i rilievi, in quanto nel frattempo qualcuno l’ha fatta sparire. L’episodio è stato segnalato da una volontaria alle forze dell’ordine.
Intanto, i due cani di un cittadino squillacese stanno lottando con la morte perché potrebbero aver avuto contatti con le polpette avvelenate che sembra, a questo punto, che qualcuno abbia distribuito sul territorio con lo scopo probabilmente di sbarazzarsi dei cani randagi, senza mettere in conto che il veleno può essere letale per altri animali domestici e addirittura per l’uomo.
Il problema del randagismo a Squillace, infatti, è molto sentito. Da una parte c’è la preoccupazione di molti residenti per quegli animali che mostrano particolare aggressività; dall’altra, la premura dei volontari del comitato cittadino che chiedono al comune interventi adeguati per la loro sistemazione secondo le leggi vigenti.
Intanto, da parte del comitato è stata avviata una campagna di raccolta fondi per la sterilizzazione e la cura degli animali da affidare in adozione.
Salvatore Taverniti