Di seguito la trascrizione.
Scicchitano: “l’habitat dell’uomo imploderà senza uno scatto di coscienza collettiva”
Lo scorso 13 e 14 dicembre si è tenuta a Roma la prima Conferenza su Risorse Naturali ed Ecosostenibilità, organizzata dall’Ordine Nazionale dei Biologi. Moltissimi i temi trattati da relatori esperti, tutti connessi dal file rouge dello sviluppo sostenibile.
Abbiamo chiesto a Franco Scicchitano, coordinatore della Commissione permanente di studio “Ambiente e Territorio” dell’Ordine Nazionale dei Biologi, di raccontare com’è andata e di spiegarci il suo punto di vista sull’attenzione alle risorse naturali.
Le tematiche ambientali diventano sempre più ineludibili?
Sono due le ragioni del Convegno: in primis esso rientra tra le occasioni formative che l’Ordine nazionale dei biologi offre ai suoi iscritti; questo convegno infatti chiude la serie itinerante dei convegni organizzati un po’ in tutta la Penisola, proprio con lo scopo di fornire momenti di dialogo e di confronto tra specialisti del settore su ambiti tematici che rientrano tra le competenze dei biologi.
La seconda nasce dalla necessità di fare il punto su problematiche di stretta attualità ma che nello stesso tempo devono essere proiettate in una prospettiva futura: guardando all’ambiente e allo sfruttamento delle risorse naturali, ma pensando, fin da ora, a usi alternativi in relazione ai bisogni dell’uomo. Ecco, il convegno di Roma, a cui hanno partecipato studiosi di settori differenti, ha voluto riflettere su queste problematiche che saranno nodi cruciali con i quali anche la politica da qui a poco dovrà necessariamente confrontarsi.
Vi è attenzione del mondo politico alla sostenibilità e alla tutela delle risorse naturali?
Sappiamo quanto il binomio politica- ambiente sia contraddittorio e antitetico… da un lato c’è una attenzione politica internazionale sulle questioni ambientali già fin dagli anni 50 del novecento con le numerosissime conferenze mirate a studiare e valutare i temi dell’ambiente anche sotto il profilo giuridico… cito ad esempio la convenzione di Montego bay del 1982 sull’ambiente marino svolta sotto l’egida delle Nazioni Unite.
Tuttavia l’attenzione della politica a mio parere è venuta scemando negli ultimi anni o quanto meno non appare più così vicina ai problemi ambientali… la politica ormai è diventata tollerante… spesso complice di misfatti ambientali che sono sotto gli occhi di tutti, anche nel nostro paese i movimenti ecologisti, nati negli anni 90 rappresentativi di esigenze di rispetto e di tutela dell’ambiente, hanno a poco a poco perso intensità, sostituiti fortunatamente da movimenti spontanei di cittadini che sono portatori di una cultura disinteressata della difesa dell’ambiente e che hanno capito che si sta giocando una partita decisiva per il diritto delle future generazioni a un ambiente sano e soprattutto a risorse sane che derivano da una politica ecosostenibile, che metta da parte le meschine speculazioni e si occupi della salute dei cittadini.
Inquinamento ambientale e salute. Qual è la sua opinione sulla Terra dei fuochi?
È una questione di primissimo piano che riguarda soprattutto i Paesi industrializzati. Vorrei ricordare che esso rappresentava un problema già fin dagli esordi della rivoluzione industriale, quando i fumi delle fabbriche e dei grossi complessi industriali minacciavano la salute delle popolazioni e la qualità delle risorse agricole. Oggi purtroppo il problema è diventato parossistico perché fondamentalmente è venuto a mancare il concetto di etica dell’ambiente, sovvertito da un utilitarismo egoistico che consente ogni cosa.
Si parla della terra dei fuochi: il discorso porterebbe lontano chiamando in causa connivenze storiche tra mafia – politica e affarismo, tra chi ha fatto finta di non sapere e di non vedere, pur avendo il dovere di controllare e chi senza scrupoli ha in maniera irrimediabile inquinato migliaia di ettari di terreno producendo danni irreparabili all’ambiente e alla salute di quegli abitanti. Così come è da citare il caso dell’Ilva: esempio di una ingiustificata politica del profitto a danno della salute dei cittadini, verso il quale anche il governo era stato remissivo pur di difendere interessi economici di parte. Come biologo e come cittadino credo che l’habitat in cui l’uomo vive è destinato ad implodere se non ci sarà nei prossimi anni uno scatto di coscienza collettiva.
Se la politica non interverrà in modo determinante ed efficace con una legislazione adeguata e se i cittadini non si faranno strumento di cambiamento nel modo di pensare l’ambiente e di rapportarsi ad esso. Il convegno di Roma dunque ha affrontato tutte queste tematiche senza trascurare le implicazioni legislative che sono indispensabili per affrontare con mezzi legali problemi intorno a cui prospera l’illegalità.
Questo è il link dove si può ascoltare l’intervista fatta da Radio Vaticana. http://www.economiacristiana.it/ambiente/scicchitano