In primo piano la vendita delle case popolari e gli errori nel ruolo dell’acqua a scapito dei cittadini
“Ed allora parliamone”. Con questo slogan i gruppi consiliari di minoranza del Comune di Squillace hanno avviato, domenica scorsa, una serie di incontri con la cittadinanza per l’approfondimento di alcune problematiche locali. Nella prima assemblea si è parlato, in particolare, dell’alienazione delle case popolari e del ruolo dell’acqua potabile.
Aprendo i lavori, il capogruppo di “Aria Nuova”, Ruggero Mauro, ha relazionato sul lavoro svolto dai consiglieri di opposizione durante il primo anno di legislatura, riassumendo le proposte e le interrogazioni presentate.
Critiche sono state rivolte all’amministrazione, per essere stata «avventata nella dichiarazione del dissesto finanziario e imprecisa nella redazione del bilancio stabilmente riequilibrato per l’anno 2014, che è stato rispedito al mittente dal Ministero dell’Interno con la richiesta di una lunga serie di osservazioni».
Sulle case popolari ha parlato Aldo Zofrea, di “Riviviamo Squillace”, il quale, dopo aver fatto chiarezza su quelle che il comune intende alienare, ha affermato che per gli immobili che risultano immediatamente trasferibili occorrerebbe verificare se sussiste il presupposto della congruità del prezzo; ci sarebbero, inoltre, difficoltà legate ad una serie di atti necessari per la vendita, come la documentazione planimetrica catastale aggiornata e l’attestato di prestazione energetica.
Il capogruppo di “Riviviamo Squillace”, Franco Scicchitano, si è soffermato sulle bollette dell’acqua potabile recapitate nelle scorse settimane, evidenziando che «si è proceduto ad attribuire il consumo totale rilevato su due o addirittura tre anni, distribuendo, senza logica, i consumi a “forfait” tra gli anni, in palese violazione della natura contrattuale della fornitura e del regolamento comunale, che prevede la rilevazione delle letture annuali».
Per Scicchitano, «è ragionevole attendersi che in caso di contenzioso vi sia la concreta possibilità di accoglimento dell’annullamento del ruolo con conseguente mancato introito del tributo».
E’ stato, quindi, proposto ai cittadini di fare un’istanza formale al comune per conoscere i criteri di distribuzione dei consumi, con contestuale richiesta di sospensione del pagamento.
Salvatore Taverniti