Incontro tra i giovani del Centro giovanile diocesano di Catanzaro-Squillace e i ragazzi stranieri ospiti dei Sai (sistema di accoglienza e integrazione) “Catanzaro Minori” di Squillace, di Settingiano e di Vallefiorita gestiti dalla Fondazione Città Solidale, presieduta da padre Piero Puglisi.
Si è svolto a Squillace, nella casa delle culture, dove ha avuto luogo anche un cineforum con un’attenzione alla relazione e alla conoscenza. Obiettivo, infatti, era quello di conoscersi, creare legami, fare nuove amicizie.
L’incontro ha avuto inizio con un’attività pensata in maniera dinamica e divertente, svolta all’esterno della struttura, che ha permesso di sciogliere il ghiaccio iniziale, per allentare le distanze tra i ragazzi. Nella sala convegni sono stati proposti due short film animati.
Come primo appuntamento, infatti, proporre ai ragazzi un film di un’ora e mezza non avrebbe permesso di dedicare il tempo necessario al dialogo, al confronto e alla conoscenza; ed essendo solo film di animazione senza dialoghi ha permesso a tutti di comprendere bene il messaggio che si voleva trasferire, viste le differenze linguistiche di ciascuno.
Molti gli interventi dei ragazzi stranieri che liberamente hanno espresso la loro opinione: l’importanza di aiutare un amico in difficoltà, rispettare l’altro per quello che è, non essere mai prevenuti rispetto all’altro, non giudicare mai le apparenze, avere cura dell’amicizia. Per dare dinamismo all’incontro, dopo la visione degli short film e la loro condivisione, è stato proposto l’esercizio e l’attività della fiducia, elemento necessario all’interno di un’amicizia. È stato chiesto ai vari gruppetti formati di prendere in braccio il compagno che si sarebbe gettato di schiena, da sopra una sedia, nella speranza che gli amici lo potessero prendere al volo. Poi a ciascuno di loro è stata una striscia di carta colorata, sulla quale è stato chiesto di scrivere ciò che avrebbero voluto donare di sé ad un amico in particolare.
Ogni striscia è stata legata all’altra ad anello, fino a creare un unico striscione, simbolo della bellezza dell’unità. Il titolo dato all’incontro è stato “Hey Brother, there’s nothing in this world I wouldn’t do for you”, cioè “ehi, fratello, non c’è niente in questo mondo che non farei per te”, estratto dal brano di Avicii “Hey Brother”.
Erano presenti, tra gli altri, Maurizio Chiaravalloti, responsabile della struttura Sai di Squillace, Filomena Bisignano, responsabile di Casa San Martino di Settingiano e operatrice del settore immigrazione della Fondazione, e Francesco Lamanna, operatore del Sai di Squillace che ha contribuito alla realizzazione del progetto. Ora c’è il desiderio, da entrambe le parti, di rivedersi e di continuare a riscoprirsi. Non più volti sconosciuti, quindi, ma volti amici.
Si è svolto a Squillace, nella casa delle culture, dove ha avuto luogo anche un cineforum con un’attenzione alla relazione e alla conoscenza. Obiettivo, infatti, era quello di conoscersi, creare legami, fare nuove amicizie.
L’incontro ha avuto inizio con un’attività pensata in maniera dinamica e divertente, svolta all’esterno della struttura, che ha permesso di sciogliere il ghiaccio iniziale, per allentare le distanze tra i ragazzi. Nella sala convegni sono stati proposti due short film animati.
Come primo appuntamento, infatti, proporre ai ragazzi un film di un’ora e mezza non avrebbe permesso di dedicare il tempo necessario al dialogo, al confronto e alla conoscenza; ed essendo solo film di animazione senza dialoghi ha permesso a tutti di comprendere bene il messaggio che si voleva trasferire, viste le differenze linguistiche di ciascuno.
Molti gli interventi dei ragazzi stranieri che liberamente hanno espresso la loro opinione: l’importanza di aiutare un amico in difficoltà, rispettare l’altro per quello che è, non essere mai prevenuti rispetto all’altro, non giudicare mai le apparenze, avere cura dell’amicizia. Per dare dinamismo all’incontro, dopo la visione degli short film e la loro condivisione, è stato proposto l’esercizio e l’attività della fiducia, elemento necessario all’interno di un’amicizia. È stato chiesto ai vari gruppetti formati di prendere in braccio il compagno che si sarebbe gettato di schiena, da sopra una sedia, nella speranza che gli amici lo potessero prendere al volo. Poi a ciascuno di loro è stata una striscia di carta colorata, sulla quale è stato chiesto di scrivere ciò che avrebbero voluto donare di sé ad un amico in particolare.
Ogni striscia è stata legata all’altra ad anello, fino a creare un unico striscione, simbolo della bellezza dell’unità. Il titolo dato all’incontro è stato “Hey Brother, there’s nothing in this world I wouldn’t do for you”, cioè “ehi, fratello, non c’è niente in questo mondo che non farei per te”, estratto dal brano di Avicii “Hey Brother”.
Erano presenti, tra gli altri, Maurizio Chiaravalloti, responsabile della struttura Sai di Squillace, Filomena Bisignano, responsabile di Casa San Martino di Settingiano e operatrice del settore immigrazione della Fondazione, e Francesco Lamanna, operatore del Sai di Squillace che ha contribuito alla realizzazione del progetto. Ora c’è il desiderio, da entrambe le parti, di rivedersi e di continuare a riscoprirsi. Non più volti sconosciuti, quindi, ma volti amici.
Salvatore Taverniti – Gazzetta del Sud 17 marzo 2024