«Alla base della decisione del sindaco non c’è il tentativo di sfiduciare lui e la giunta col supporto degli altri consiglieri di minoranza». Si limita ad affermare solo questo l’ormai ex assessora al turismo di Squillace, Giusy Ciciarello, a cui il sindaco Pasquale Muccari, l’altro ieri, ha revocato l’incarico. Il vero motivo, legato comunque a diversità di vedute, ci ha promesso, lo rivelerà tra qualche giorno, quando farà il resoconto su quanto ha prodotto in questi anni per la valorizzazione turistica della città e su ciò che non ha potuto fare.
Lapidario, dal canto suo, il sindaco: «Sono venuti meno i rapporti fiduciari». Le cause precise di questo improvviso divorzio tra i due amministratori, quindi, per ora sono sconosciute.
Sta di fatto che in città la notizia della revoca delle deleghe assessorili alla Ciciarello (oltre al turismo, quella alla cultura, alle politiche giovanili e al personale) si è abbattuta come un macigno, soprattutto perché avvenuta in piena stagione estiva e a pochi giorni dalla scadenza del bando regionale per la valorizzazione dei borghi della Calabria, su cui la stessa ex assessora stava lavorando e che ora dovrà necessariamente essere gestito da altri membri dell’esecutivo.
Negli ambienti politici squillacesi, inoltre, ci si chiede come mai il sindaco abbia preso questa decisione a pochi giorni dall’approvazione, da parte del consiglio comunale, dell’assestamento generale del bilancio 2018. Infatti, se la Ciciarello dovesse decidere, da consigliere comunale, di passare nelle file dell’opposizione o di votare contro il documento contabile, Muccari non avrebbe i numeri per licenziare la pratica. I chiarimenti, tanto attesi da tutti, su questo stato di cose dovrebbero arrivare a breve dai diretti interessati.
Intanto, il malumore serpeggia tra la popolazione: c’è chi parla di cattiva immagine per la città in un momento topico dell’anno, chi immagina inciuci, chi parla di fallimento definitivo dell’operato amministrativo.
Ma c’è anche chi sostiene che, a questo punto, siano logiche le dimissioni di Muccari e della sua maggioranza per far ritornare gli elettori alle urne in anticipo rispetto alla scadenza naturale della legislatura prevista per la primavera 2019.
Salvatore Taverniti