La polemica ormai è su tutto. Dalla convocazione, ritenuta dal sindaco straordinaria e urgente, della riunione del consiglio comunale alla pratica relativa alla criticità sismica dell’edificio scolastico di via Assanti. È una continua rincorsa di interventi, comunicati e manifesti tra il gruppo di opposizione “Squillace in Movimento” e l’amministrazione comunale squillacese.
Per quest’ultima si vuole così «destabilizzare la maggioranza e gettare discredito sulla stessa ostacolandone l’azione amministrativa. Si strepita nel tentativo disperato di disturbare per puro spirito ostruzionistico». «Nella convocazione del consiglio – afferma il gruppo di maggioranza “CivitaSquillace” – non è stata violata alcuna regola da parte dell’amministrazione in carica». Oltre a questo, i consiglieri di “Squillace in Movimento”, Anna Maria Mungo e Luca Occhionorelli, promettono una opposizione vigile e solerte. «Intendiamo – puntualizzano – monitorare tassa rifiuti, gestione rifiuti solidi urbani e costo negli ultimi anni del servizio ed incarichi legali.
A giorni investiremo i responsabili dei settori su una serie di richieste per acquisire specifiche informazioni sugli argomenti citati. In merito agli incarichi legali, chiederemo notizie su una serie di contenziosi emersi attraverso la lettura dell’albo pretorio al fine di verificare in modo analitico le modalità di conferimento e se siano stati ravvisati i caratteri della utilità della difesa, tali da escludere oneri aggiuntivi a carico dei contribuenti. Appena acquisite tutte le notizie, daremo comunicazione ai cittadini nel modo più celere e trasparente possibile».
Dalla maggioranza si fa sapere che «non temiamo la politica del terrore e del discredito che sta portando avanti “Squillace in movimento”, fatta di denunce infondate, di allarmismi gratuiti e di attacchi continui, ma mai di proposte. “CivitaSquillace” ha vinto le elezioni. Se ne facciano una ragione e, se davvero i consiglieri della minoranza avessero rispetto per le regole, avrebbero contezza che questa si chiama democrazia e devono accettare la sconfitta».
Salvatore Taverniti