Il granchio blu nel mare di Squillace

Il granchio blu approda nelle acque di Squillace. Domenica scorsa è stato pescato casualmente nel fiume Alessi, che determina il confine territoriale tra i comuni di Squillace e Stalettì. Lo squillacese Totò Vallone, grande appassionato di pesca, aveva lanciato la sua lenza nelle acque del fiume alla ricerca di anguille, quando all’improvviso ha avvistato e catturato il famoso granchio blu.
Il crostaceo, che è originario delle coste atlantiche del continente americano, può trovarsi anche nell’acqua dolce dei fiumi. La specie, considerata aliena, è giunta anche in Italia via nave in seguito al commercio internazionale. «Io ho trovato finora un solo esemplare – afferma Vallone – ma sicuramente ce ne saranno altri».
Il granchio blu mangia di tutto, dalle vongole, alle cozze, agli altri crostacei, fino agli avannotti. Per questo, pur essendo pregiato e molto apprezzato in cucina, costituisce un pericolo per le specie marine locali. La femmina del granchio blu è in grado di deporre fino a due milioni di uova all’anno. Gli addetti del settore stimano che il danno economico causato dal granchio blu è molto rilevante.
Proprio in questi giorni, con il decreto legge Agricoltura, sono stati previsti alcuni provvedimenti per limitare il problema del granchio blu. Si è intervenuti, in particolare, con un sostegno alle imprese colpite: dodici milioni di euro che si sommano ai 13,4 milioni già stanziati per la filiera. Ed è stato nominato un commissario straordinario fino al 31 dicembre 2026 e varato un piano di intervento a contenimento del granchio blu.
Salvatore Taverniti – Gazzetta del Sud 16 luglio 2024

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