Da poco più di un mese è possibile acquistare in libreria il volume Passioni e Memorie ( Ursini, 2013 ). Il libro è scritto a più mani ed è suddiviso in diversi capitoli che riguardano momenti storici della vita di Catanzaro . Un capitolo interessante è quello dedicato alla storia del Convitto P. Galluppi , scritto dal nostro concittadino , studioso di storia locale, Pasquale Vetrò intitolato “Il Convitto Nazionale “P. Galluppi” di Catanzaro: un viaggio nella memoria”. La sua ricerca , effettuata in diversi archivi nazionali ed europei , ha portato alla luce documenti e fatti che confermano “una storia ininterrotta di cultura e di tradizioni da difendere” .
L’autore ha voluto ripercorrere, attraverso una documentazione accurata , le ragioni culturali, politiche storiche per cui sorsero , in alcune regioni italiane , i convitti nazionali . Il Convitto di Catanzaro ha inizio con l’arrivo dei gesuiti nel 1560 che alloggiarono, in un primo momento, presso il monastero di Santa Maria degli Angeli (Cappuccini), in seguito si trasferirono nel convento annesso alla chiesa di San Giovanni Battista ed Evangelista ed infine in alcune case situate nello stesso luogo dove sorge l’attuale edificio».
Nei primi anni del 1600 “ il liceo divenne centro luminoso di vita intellettuale e patriottica” passando dal periodo napoleonico ( 1806-1815 ) , alla riforma Gentile che soppresse le scuole universitarie di Catanzaro, mentre nel 1975 il liceo classico, annesso al convitto, fu trasferito in altra sede.
Alunni prestigiosi hanno frequentato l’istituto: Corrado Alvaro, Filippo De Nobili, Luigi Settembrini, Giovanni Le Pera, Augusto Placanica, Gianni Amelio e tanti altri la cui fama ha varcato i confini regionali.
Più vicino ai nostri giorni si possono ricordare Mario Casalinuovo, Antonio Jannoni, Ettore Capialbi, Felice Di Tocco, Bernardino Grimaldi, Bruno Chimirri.
«Un liceo Convitto quindi , ricco di antiche tradizioni e di eccellenti maestri e celebri alunni – spiega Vetrò – fiore all’occhiello della cultura catanzarese e meridionale; l’officina dalla quale erano usciti e continuavano ad uscire, anno dopo anno, avvocati e magistrati, notai e medici, filosofi e letterati, pittori e artisti, politici e scienziati».
Ancora oggi il Convitto conserva intatte le ragioni della sua nascita e della sua missione educativa , continuando a formare numerosi giovani secondo i principi che da sempre hanno contraddistinto l’Istituto.
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Agazio Mellace