Stabilizzare i lavoratori ex percettori di mobilità in deroga in servizio nei comuni. È quanto ha chiesto alle autorità competenti l’amministrazione comunale di Squillace, presieduta dal sindaco Pasquale Muccari.
A Squillace sono ben 13 i soggetti interessati e svolgono attività di lavoro nei vari settori comunali (7 negli uffici amministrativi e 6 nel settore manutentivo dell’ufficio tecnico), percependo riconoscimenti economici irrisori e sopperendo alla sempre affannosa e cronica carenza di personale. Una categoria di lavoratori che rischiano, dopo anni di tirocinio, di essere espulsi dal mondo del lavoro.
Secondo la giunta comunale squillacese non è più tollerabile abbandonare queste persone nel totale precariato, per cui si è deliberato di chiedere al Governo e alla Regione Calabria la loro stabilizzazione.
La loro avventura ha inizio dal 2008, quando soprattutto al Sud sono andati persi molti posti di lavoro. Gran parte dei nuovi disoccupati rientrava in una fascia d’età avanzata, quindi con maggiori difficoltà di reinserimento nel mondo del lavoro. Poiché molte delle loro famiglie erano monoreddito, il Ministero del Lavoro ha concesso la mobilità in deroga, cioè una specifica indennità.
I tavoli di incontro tra Ministero e Regioni hanno avuto l’obiettivo di contenere gli effetti della crisi del mercato del lavoro, creando le condizioni per evitare la fuoriuscita dal mondo del lavoro di quanti più soggetti possibili e il formarsi di disoccupazione di lungo periodo con conseguente perdita di competenza, capacità professionali e caduta di reddito.
Sono così state avviate le cosiddette “politiche attive”, percorsi di riqualificazione e formazione per gli ex lavoratori facenti parte del nuovo bacino formatosi, che hanno permesso di svolgere mansioni di supporto al personale dipendente presso enti locali, uffici giudiziari e imprese private. La Regione Calabria ha proseguito con la linea della riqualificazione di questi lavoratori, avviando una serie di manifestazioni di interesse e l’attivazione di tirocini, sempre prorogati nel corso del tempo, consentendo così ai lavoratori di acquisire competenza, professionalità e specializzazione nel settore di riferimento.
All’ultima manifestazione di interesse hanno partecipato in Calabria 383 enti pubblici per 6349 richieste di ex percettori, oltre a 306 imprese private e 523 richieste di ex percettori.
Poiché le giunte regionali e i governi che si sono succeduti in questi anni non sono stati in grado di stabilizzare queste persone per riconoscere la giusta dignità di lavoratori, il Comune di Squillace ha voluto richiederlo in forma ufficiale trasmettendo la relativa decisione al Governo, al Parlamento, al Ministero del Lavoro e politiche sociali, alla Regione e all’Anci Calabria.
Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud, 11 novembre 2020)