Approvato il piano delle azioni positive per il triennio 2020-2022. Si tratta di misure temporanee speciali mirate a rimuovere gli ostacoli alla piena ed effettiva parità di opportunità tra uomini e donne.
Misure, dunque, tese ad eliminare ogni forma di discriminazione, per guardare alla parità attraverso interventi di valorizzazione del lavoro delle donne e per riequilibrare la presenza femminile nei posti di vertice.
La giunta ha analizzato la situazione del personale comunale al 31 dicembre scorso, rilevando la dotazione di 11 dipendenti a tempo indeterminato in servizio, di cui una sola donna, ai quali vanno aggiunti la segretaria comunale (donna) e un lavoratore socialmente utile uomo con contratto a tempo determinato.
I responsabili di servizio sono una donna e due uomini. «Il nostro Comune – sottolineano gli amministratori – intende armonizzare la propria attività al perseguimento e all’applicazione del diritto di uomini e donne allo stesso trattamento in materia di lavoro.
E il piano delle azioni positive approvato si pone non solo come adempimento di legge, ma anche come strumento operativo per l’applicazione concreta delle pari opportunità, avuto riguardo delle dimensioni dell’ente».
L’amministrazione, quindi, provvederà, tra l’altro, a garantire l’equilibrio delle posizioni femminili nei ruoli e nelle posizioni in cui sono sottorappresentate, a tutelare l’ambiente di lavoro, prevenendo e contrastando ogni forma di molestia sessuale, mobbing e discriminazione, a osservare il principio delle pari opportunità nelle procedure di reclutamento del personale, a costituire il comitato unico di garanzia.
Nella stessa seduta, l’esecutivo ha proceduto alla verifica delle eccedenze di personale, prendendo atto che l’ente non presenta condizioni di esubero di dipendenti.
Il Comune di conseguenza non deve avviare le procedure per il collocamento in disponibilità sia di personale sia di responsabili di settore. A Squillace, d’altra parte, l’organico è ormai ridotto al lumicino, visto che qualche anno fa i dipendenti superavano le cinquanta unità ed ora sono solo undici, a causa delle cessazioni dal servizio per pensionamento a cui non è seguito il relativo “turn over”.
Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud)