Significativo incontro a Squillace tra gli ospiti del Sai “Catanzaro Minori”, realtà radicata ormai da anni nel territorio, e gli alunni e i docenti del Polo tecnologico “Carlo Rambaldi” di Lamezia Terme.
È stato il corpo docente dell’istituto scolastico, nelle persone delle professoresse Vincenzina Gallo e Alessandra Panucci e dei professori Piero Carnevale e Vincenzo Perri, a volere fortemente questo momento di sensibilizzazione e informazione, che ha avuto una grande valenza educativa, sia dal punto di vista etico-morale che da quello della conoscenza di realtà che altrimenti, per gli studenti presenti, sarebbero rimaste solo delle mere notizie astratte, sentite di sfuggita tra social e mezzi di comunicazione di massa.
Gli operatori del Sai, gestito dalla Fondazione Città Solidale Ets, presieduta da padre Piero Puglisi, hanno ben accolto la proposta, preparando con cura il momento al quale hanno presenziato anche l’assessore alle politiche sociali Francesca Caristo e l’assessore alle politiche giovanili Natascia Mellace, del Comune di Squillace, testimoniando la valenza del lavoro portato avanti dagli operatori e la collaborazione che le istituzioni locali hanno sempre proferito per supportare questa realtà.
Ha moderato l’incontro il responsabile del Sai Maurizio Chiaravalloti, ma i veri protagonisti sono stati i ragazzi stranieri ospiti della struttura, come Kauso, Sory e Seyba, che hanno raccontato, in un clima attento e composto, le loro esperienze di immigrati, di quasi bambini, costretti a lasciare i loro affetti per diventare improvvisamente adulti, incoscientemente coraggiosi e andare verso l’ignoto, perché l’ignoto è sempre meglio di morte sicura.
Gli operatori presenti, Antonio Lanatà, Francesco Lamanna, Rosa Maria Limardi e l’insegnate di lingua italiana del servizio professoressa Angela Rosanò, hanno poi illustrato tutti i meccanismi di aiuto, supporto psicologico, di integrazione e di accompagnamento ad un nuovo modo di vivere, che si mettono in atto per cercare non solo di prospettare loro un futuro migliore, ma anche di colmare mancanze e tentare di sostenerli al meglio, nell’elaborare traumi che per fortuna i ragazzi del nostro Paese mai conosceranno.
A seguito di queste forti emozioni, l’incontro si è concluso in un clima ormai stemperato dalla spontaneità e dalla convivialità reciproca, tipica dei ragazzi, di tutti i ragazzi di oggi.
Carmela Commodaro