«Il sindaco di Squillace continua a rispondere alle nostre serie e articolate richieste con offese di carattere anche personale». Lo sostengono i consiglieri di opposizione Oldani Mesoraca ed Enzo Zofrea, che intervengono nuovamente nella discussione con il sindaco sui problemi della città.
«Non scenderemo al suo livello di provocazioni insensate e insulti gratuiti – puntualizzano – perché abbiamo argomenti da fare valere in questa ed in altre sedi, a difesa dei cittadini squillacesi. Elettoralmente non ha mai battuto nessuno di noi perché Mesoraca è stato candidato al consiglio comunale di Squillace una sola volta, nel 1980, ed è stato eletto come consigliere di maggioranza, e Muccari non compariva in alcuna lista; Zofrea, invece, non è mai stato candidato». Sulla richiesta da parte delle opposizioni di sopralluogo ai serbatoi che forniscono l’acqua potabile alla comunità, Mesoraca e Zofrea ricordano che «l’istituzione della “commissione consiliare d’inchiesta”, cui fa riferimento il sindaco, rientra nelle sue competenze. Ma capiamo l’imbarazzo che ha nel procedere all’elezione di nuove commissioni: come spiegherebbe questo ai suoi consiglieri, considerato che il Comune di Squillace è l’unico che, dopo il voto del 26 maggio, non ha eletto ancora il suo presidente?».
Secondo i due consiglieri, «considerato il ricorso pendente davanti al Tar sulle quote rosa in giunta, il sindaco non riesce a scegliere chi dovrebbe ricoprire l’incarico poiché le “richieste e le promesse” sono tante e rischia di fare torto a qualcuno dei suoi. Per quanto riguarda il ruolo dell’opposizione, lo dovrebbe conoscere bene visto che lui è stato per trent’anni minoranza».
Infine, Mesoraca e Zofrea chiedono a Muccari il motivo per cui si occupa lui delle loro richieste, invece di farlo fare agli uffici competenti, per come vuole la legge sulla divisione delle competenze tra organi elettivi ed uffici amministrativi, ed il motivo per cui ancora diverse istanze presentate dalle opposizioni sono rimaste senza risposta.
«Attendiamo, infine – concludono – di vedere scomparire il desiderio di sfuggire ai suoi doveri istituzionali e di poterlo vedere impegnato a fare qualcosa di utile per la nostra città tanto bisognosa, invece che continuare a lanciare contumelie a chi gli offre la disponibilità alla collaborazione».
«Non scenderemo al suo livello di provocazioni insensate e insulti gratuiti – puntualizzano – perché abbiamo argomenti da fare valere in questa ed in altre sedi, a difesa dei cittadini squillacesi. Elettoralmente non ha mai battuto nessuno di noi perché Mesoraca è stato candidato al consiglio comunale di Squillace una sola volta, nel 1980, ed è stato eletto come consigliere di maggioranza, e Muccari non compariva in alcuna lista; Zofrea, invece, non è mai stato candidato». Sulla richiesta da parte delle opposizioni di sopralluogo ai serbatoi che forniscono l’acqua potabile alla comunità, Mesoraca e Zofrea ricordano che «l’istituzione della “commissione consiliare d’inchiesta”, cui fa riferimento il sindaco, rientra nelle sue competenze. Ma capiamo l’imbarazzo che ha nel procedere all’elezione di nuove commissioni: come spiegherebbe questo ai suoi consiglieri, considerato che il Comune di Squillace è l’unico che, dopo il voto del 26 maggio, non ha eletto ancora il suo presidente?».
Secondo i due consiglieri, «considerato il ricorso pendente davanti al Tar sulle quote rosa in giunta, il sindaco non riesce a scegliere chi dovrebbe ricoprire l’incarico poiché le “richieste e le promesse” sono tante e rischia di fare torto a qualcuno dei suoi. Per quanto riguarda il ruolo dell’opposizione, lo dovrebbe conoscere bene visto che lui è stato per trent’anni minoranza».
Infine, Mesoraca e Zofrea chiedono a Muccari il motivo per cui si occupa lui delle loro richieste, invece di farlo fare agli uffici competenti, per come vuole la legge sulla divisione delle competenze tra organi elettivi ed uffici amministrativi, ed il motivo per cui ancora diverse istanze presentate dalle opposizioni sono rimaste senza risposta.
«Attendiamo, infine – concludono – di vedere scomparire il desiderio di sfuggire ai suoi doveri istituzionali e di poterlo vedere impegnato a fare qualcosa di utile per la nostra città tanto bisognosa, invece che continuare a lanciare contumelie a chi gli offre la disponibilità alla collaborazione».
Salvatore Taverniti