Il bosco di Squillace è una risorsa da valorizzare. Ne è convinto l’assessore alla programmazione e turismo Franco Caccia, il quale, nell’ambito di una precisa strategia di sviluppo avviata dall’amministrazione comunale e volta ad utilizzare e valorizzare ogni risorsa disponibile sul territorio, ha effettuato un sopralluogo sui terreni che costituiscono la zona boschiva squillacese.
Caccia era accompagnato dall’ingegnere Giovanni Mellace, componente del locale “Forum dello sviluppo”, organismo tecnico costituito per l’elaborazione di nuove progettualità. «Ho voluto rendermi conto di persona – afferma l’assessore – delle caratteristiche e potenzialità di questi terreni che hanno un’estensione di ben 300 ettari. La gestione di ogni bene comunale richiede oggi la dovuta attenzione, anche ai fini di un incremento delle entrate economiche che, specie in questa fase di ristrettezze, risulta particolarmente gradita».
Il bosco di Squillace è distribuito su due diversi appezzamenti di terreni ricadenti nel territorio di Girifalco, di cui uno nella zona montana del comune stesso e l’altro in prossimità del centro abitato di Amaroni. In un periodo storico in cui il tema del clima e della tutela ambientale ha assunto il ruolo di priorità strategica a livello internazionale, la disponibilità di un così vasto patrimonio verde deve poter rappresentare una vera e propria risorsa da valorizzare anche ai fini di possibili sperimentazioni con Università ed istituti di ricerca scientifica sui temi della green-economy, della tutela della biodiversità e della produzione di energia pulita.
«Il possesso di un territorio boscato per un comune – sottolinea l’ingegnere Mellace – era un tempo considerato un diritto ed aveva lo scopo di consentire alla popolazione di disporre di ambienti necessari per una migliore qualità di vita: raccolta di legna, pascolo, allevamento bestiame. Oggi le esigenze e le abitudini di vita sono cambiate e bisogna puntare a modernizzare anche l’uso del bene comune».
I terreni del bosco di Squillace si caratterizzano per la presenza di alberi di varia natura, ma con una netta predominanza di pini larici e con la presenza anche di querce, castagni e faggi.
D’intesa con esperti del settore e con le autorità regionali competenti si dovrà procedere agli idonei interventi di manutenzione attraverso un vero e proprio piano di valorizzazione che prevede anche dei tagli periodici delle piante secche. La gestione di un comune oggi non può essere limitata agli aspetti burocratici- amministrativi ma deve sempre più interessare una gestione ottimale delle risorse disponibili in modo da alimentare una precisa visione dello sviluppo che si intende promuovere nel proprio territorio.
«Quello della gestione di una così vasta proprietà di bosco comunale – conclude Caccia, – deve poter rappresentare terreno di approfondimento, confronto di buone prassi nazionali e internazionali e, se possibile, area in cui stimolare forme di imprenditorialità e di nuova occupazione».
Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud)