Per sua volontà la bandiera della Democrazia Cristiana sulla bara e l’inno della Dc “O bianco fiore”.
In questo modo Guido Mantella ha lasciato per sempre il Municipio di Squillace, dove lavorò per tanti anni come sindaco. Egli, che fu anche consigliere e assessore provinciale e parlamentare, aveva chiesto questo per i suoi funerali.
Morto venerdì scorso all’età di 87 anni, Mantella ha segnato gran parte della storia politica e sociale di Squillace.
Nella sala consiliare, domenica 16 settembre, presenti, oltre ai familiari del defunto, il prefetto Antonio Reppucci, il presidente della Provincia Wanda Ferro, parlamentari, i sindaci del comprensorio e diverse altre autorità civili e militari e il consiglio comunale al completo, il sindaco Guido Rhodio, fra le lacrime, lo ha commemorato, definendolo «leone di tante battaglie per il progresso della città di Squillace; grande uomo politico pulito e trasparente, orgoglio della nostra città».
«Ti diciamo addio – ha affermato – sapendo che non finisce qui, perché la nostra speranza è che i giovani raccolgano la tua eredità».
A nome del consiglio comunale, ha parlato la presidente Anna Nuciforo. La bara poi è stata portata a spalle, in corteo, verso la cattedrale, dove il rito funebre è stato presieduto dall’arcivescovo emerito mons. Antonio Cantisani. Nell’omelia, Cantisani ha sottolineato l’intensa attività politica di Mantella, portata avanti con concretezza e vicinanza al popolo.
Il vicario generale dell’arcidiocesi mons. Raffaele Facciolo, dopo aver dato lettura di un messaggio dell’arcivescovo metropolita mons. Vincenzo Bertolone, ha rivolto «un grazie a Mantella, servitore del popolo», mettendo in evidenza «il bene compiuto da lui dal dopoguerra in poi con una oblatività senza limiti».
Commovente anche il ricordo dell’ex sindaco Giuseppe Mercurio, che ha definito Mantella «padre, maestro ed esempio di vita; protagonista inimitabile della politica; burbero benefico, uomo del fare e dalla grande passione politica».
Salvatore Taverniti