Giudice di pace: I sindaci non hanno fondi per sostenere le spese per il mantenimento dell’ufficio

L’occasione era stata offerta dal decreto “Milleproroghe”, che prevede lo slittamento al 30 luglio 2015 del termine entro il quale gli enti locali interessati possono richiedere il mantenimento degli uffici del giudice di pace. Il provvedimento riguarda gli uffici di cui è stata decisa lo scorso anno la soppressione, tra cui quello di Squillace.
La chiusura dell’ufficio del giudice di pace squillacese è stata decisa nell’estate dello scorso anno, mentre l’effettiva soppressione, con accorpamento a Catanzaro, si è verificata in autunno.
Una riunione per fare il punto sulla problematica è stata convocata ieri (lunedì), in Municipio, a Squillace, dal sindaco Pasquale Muccari, con gli amministratori dei Comuni dell’ex mandamento. Vi hanno preso parte il sindaco di Amaroni, Gino Ruggiero, quello di Vallefiorita, Salvatore Megna e la consigliera comunale delegata di Palermiti, Monica Aiello.
Serviva naturalmente la volontà politica degli amministratori degli enti locali interessati, i quali avrebbero potuto attivare le necessarie procedure atte a scongiurare la chiusura definitiva dei presìdi, evitando la spoliazione di uffici e servizi e garantendo un adeguato ed equo diritto alla giustizia sul territorio.
Per far ritornare l’importante servizio a Squillace era necessario che le amministrazioni si mobilitassero per porre in essere i previsti provvedimenti, primo fra tutti l’individuazione del personale, e naturalmente per trovare le risorse finanziarie necessarie al funzionamento dell’ufficio. Proprio quest’ultimo, il punto debole.
Durante la riunione, infatti, è stato evidenziato che «alla luce dei tagli dei trasferimenti statali ai Comuni, non si possono assumere oneri per sopportare le spese del mantenimento del giudice di pace». La riunione, comunque, è servita per consolidare il legame territoriale tra i Comuni di Squillace, Amaroni e Vallefiorita, al fine di garantire, in forma associata, tutti i servizi comunali (esclusi anagrafe e stato civile), la cui procedura, a rigore di legge, si dovrà concludere entro il 31 dicembre prossimo, pena il commissariamento.

Salvatore Taverniti

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