Anche i “graffiti” squillacesi al festival della cucina Italiana, la cui sedicesima edizione si è tenuta dal 23 al 25 settembre a Cesenatico (Forlì-Cesena) e proseguirà, dal 21 al 23 ottobre, a Siracusa.
I manufatti ceramici, eseguiti con l’antica tecnica del “graffito” dagli artisti della cooperativa vasai “Sant’Agazio” di Squillace, sono stati i protagonisti degli stand dell’artigianato che si affiancano ogni anno alle più belle e saporite espressioni della cucina.
Il festival è uno degli appuntamenti enogastronomici più rilevanti d’Italia, raccogliendo il meglio del cibo, del vino e della cultura agroalimentare. Interessanti i riscontri ottenuti nello spazio espositivo per i “graffiti” squillacesi, grazie alla presentazione di opere e oggetti che sono testimonianza di forme, decori, tecniche e stili divenuti patrimonio storico-culturale delle zone di affermata tradizione ceramica come, appunto, Squillace.
La caratteristica principale della ceramica squillacese è “l’ingobbio e il graffito”, secondo una tecnica assai simile a quella bizantina, che trae la sua origine dalla Magna Grecia e che, dopo tanti secoli, ancor oggi si tramanda, costituendo un indubbio esempio di altissima qualità e tradizione storica.
La tradizione squillacese affonda le radici nei rapporti con l’Impero di Bisanzio. La ceramica di Squillace si fregia del marchio Doc, a tutela della produzione con specifiche caratteristiche tecniche. Uno straordinario riconoscimento per la produzione ceramica degli artigiani di Squillace, insieme a quella degli altri comuni italiani (le cosiddette “Città della Ceramica”), dove è in atto un’affermata produzione di ceramica artistica e tradizionale.
La ceramica di Squillace presente al festival della cucina Italiana di Cesenatico
Salvatore Taverniti