Nel rispetto delle norme vigenti, i cuochi catanzaresi hanno festeggiato il loro patrono San Francesco Caracciolo. E lo hanno fatto nella basilica cattedrale di Squillace, con una celebrazione presieduta dal cappellano dell’associazione provinciale cuochi catanzaresi don Enzo Iezzi.
Le varie attività sociali dell’organismo vengono organizzate con lo scopo di promuovere la figura del cuoco.
Don Enzo, nella sua omelia, ha posto l’accento sulla condivisione e sull’amore verso gli altri di cui il santo protettore dei cuochi è stato testimone in prima persona, rinunciando a tutti i beni terreni e mettendosi a disposizione degli ultimi e dei bisognosi.
«La nostra associazione – ha sottolineato – è impegnata da anni nell’adozione a distanza di alcuni bambini che vivono nelle comunità dei padri Caracciolini in Africa: con questo piccolo gesto si vuole essere vicini a coloro che soffrono».
Don Enzo ha anche affermato che «il cuoco non è solo colui che sa cucinare, ma l’arte del cuoco è saper inventare». Il presidente dell’associazione Domenico Origlia ha portato il saluto a tutti, soprattutto a quei soci cuochi che per motivi diversi non sono riusciti ad essere presenti alla cerimonia. Lo stesso ha ringraziato quanti si sono impegnati per la riuscita della manifestazione ed un particolare ringraziamento ha fatto al celebrante per l’impegno che mette nel tenere insieme i soci sotto l’aspetto religioso e di appartenenza alla comunità.
Al termine sono stati distribuiti i tradizionali biscotti “caracciolini”, preparati con farina, uova, zucchero e frutta candita e secca, con l’augurio finale che la prossima festa del cuoco possa essere più partecipata e soprattutto che nel 2021 possa essere ripreso il progetto di ospitare a Catanzaro i cuochi d’Italia per la festa nazionale, come era stato programmato per quest’anno ma si è dovuto rinunciare per la nota situazione sanitaria.
Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud, 29 ottobre 2020)