È stata aperta a Squillace la sessione dell’inchiesta diocesana del processo di beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio Flavio Magno Aurelio Cassiodoro, poliedrica figura di studioso, politico, monaco ed esemplare maestro di spiritualità della nostra terra, fondatore delle radici cristiane e culturali dell’Europa.
La cerimonia si è svolta il 27 gennaio scorso, presieduta dall’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace mons. Vincenzo Bertolone. Il tribunale incaricato del processo è presieduto dal giudice delegato padre Pasquale Pitari, mentre il postulatore della causa è don Massimo Cardamone; promotore di giustizia e notaio attuario sono rispettivamente don Steven Achiliu e don Davide Riggio.
Don Cardamone ha reso noto di avere espletato le prime indagini, anche tenendo conto dell’attività dell’Istituto di studi su Cassiodoro e dell’associazione “Centro culturale Cassiodoro” che hanno sede a Squillace.
Lo stesso postulatore ha consegnato l’elenco dei testimoni, soggetto a eventuali integrazioni, che comprende ben 65 nominativi e che saranno escussi durante le sedute nella sede del tribunale ubicato nei locali della Curia di Catanzaro.
Con il postulatore collaborerà anche una commissione storica. Tutte le attività, compreso il giuramento dei componenti del tribunale, sono state verbalizzate dal cancelliere della Curia don Giovanni Scarpino. L’arcivescovo Bertolone ha poi illustrato l’iter che ha condotto alla causa di canonizzazione, esortando i fedeli a fornire qualsiasi notizia utile alla causa.
Il presule si è soffermato sulla figura di Cassiodoro, che nacque a Squillace intorno al 490 e percorse il “cursus honorum” fino a diventare questore e console ordinario sotto Teodorico e Atalarico.
Poi sentì il desiderio di approfondire il cattolicesimo fino a giungere alla conversione, che lo portò a fondare a Vivario, presso Squillace, un monastero che divenne centro di vita ascetica. «Dal suo “Commento ai Salmi” – ha rilevato Bertolone – si estrapolano decine di preghiere, molto attuali e dotate di solennità liturgica, che restituiscono un Cassiodoro in perfetta linea con la tradizione della Chiesa, un vero maestro di dottrina cristiano-cattolica.
Una figura in grado di indicare le linee al mondo contemporaneo, modello di mediazione e pacificazione politica. Cassiodoro, in pratica, non può essere ridotto negli angusti limiti di un pio monaco, ma è un santo che parla anche agli uomini di oggi».
L’interesse dell’arcivescovo per Cassiodoro risale ai primi giorni del suo episcopato nell’arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, quando – come egli stesso ha ricordato – incontrò il sindaco dell’epoca Guido Rhodio il quale gli parlò di questa figura, della sua santità e delle sue virtù umane. Interessante e decisivo fu anche il convegno su “Cassiodoro: vir religiosus, beatus, sanctus”, organizzato dall’arcidiocesi nel 2012, da cui emersero interessanti contributi di studiosi che fecero dire a mons. Bertolone che «se Cassiodoro è vissuto così santamente è giusto che abbia un suo posto fra i santi e l’onore degli altari».
Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud)