Il prossimo anno verrà in Italia e finalmente potrà abbracciare il fratello e gli altri parenti. Nel frattempo ci sono i social network e i software di messaggistica istantanea con cui si tengono in contatto. È la storia di Giovanni Martino e di Paolo, due fratelli di Amaroni che si persero 63 anni fa ed ora, grazie al web, si sono ritrovati. Paolo Bongarzone è nato ad Amaroni 75 anni fa, risiede a Monza, dove ha lavorato in metalmeccanica e in estate abita a Squillace con la moglie, del luogo.
Giovanni Martino, che ora ha 72 anni, negli anni Cinquanta venne affidato ad una famiglia statunitense ed assunse il cognome Angellone. I due hanno altri tre fratelli, Giuseppe, che vive a Vallefiorita, Elisabetta, che risiede ad Avellino e Santina, deceduta vent’anni fa.
La storia che ha cambiato il loro percorso di vita ha inizio quando circa 70 anni fa la loro mamma, Emanuela Mellace, venne ricoverata in ospedale a Napoli per un tumore. Erano tempi di ristrettezze e mantenere una famiglia numerosa era duro, sicché i funzionari comunali di Amaroni dell’epoca consigliarono alla signora Emanuela di affidare ad una famiglia i due figli più piccoli, Giovanni Martino e Santina.
Accadde questo: i due partirono, per trovare un’ottima sistemazione presso due famiglie americane, in nave da Napoli, senza che i familiari conoscessero la destinazione precisa. In tempi di social e di internet, una nipote di Emanuela Mellace, Silia, scopre l’esistenza, in una cittadina della Pennsylvania, di un Giovanni Martino, nato ad Amaroni. Comincia a chattare con lui, finché scopre che prima di chiamarsi Angellone il suo cognome era Bongarzone, come i suoi cugini. Da lì i contatti si intensificano, fino a scoprire che è quel Giovanni Martino che lasciò Amaroni negli anni Cinquanta. Lo scambio di foto e documenti toglie ogni dubbio.
Da Amaroni, dall’abitazione di Silia, dunque, si organizza il collegamento video con il parente ritrovato. Paolo e Giovanni Martino finalmente si mettono in contatto e l’incontro, sia pur virtuale, è commovente. Dal fratello americano arriva poi la promessa che nella prossima estate verrà in Italia, «così – dice a Paolo – potremo abbracciarci, visto che da quando sono in America non sono mai più tornato».
«È incredibile – confessa Paolo – dopo 63 anni ho ritrovato mio fratello. Lui ci credeva tutti deceduti. Ora non vediamo l’ora di poterlo riabbracciare».
Salvatore Taverniti