Dissesto doveva essere e dissesto è stato. Così ha deciso il consiglio comunale di Squillace, sabato 20 settembre. «L’unica strada percorribile», come ha dichiarato il sindaco Pasquale Muccari. «La sola via di scampo», gli ha fatto eco il suo vice Stefano Carabetta. Decisione definita «botola del baratro per Squillace» dal capogruppo di minoranza “Aria Nuova”, Ruggero Mauro.
«Un fallimento del comune che implica una serie di conseguenze di carattere politico, sociale, economico, di immagine e di credibilità», secondo Franco Scicchitano, di “Riviviamo Squillace”, altro gruppo di opposizione. Fatto sta che il dissesto finanziario dell’ente è stata approvato. Hanno votato a favore i consiglieri di maggioranza, contrari quelli di minoranza, al termine di un dibattito molto serrato.
Muccari, illustrando le tappe che hanno portato a tale situazione, ha sottolineato che il piano di riequilibrio pluriennale per la sistemazione dei conti economici del comune non può essere realizzabile; che non si riesce a chiudere in pareggio il bilancio di previsione 2014, a causa di uno squilibrio; e soprattutto che non si riescono a garantire più i servizi essenziali.
«Anche alla luce delle comunicazioni dell’ufficio di ragioneria e del revisore dei conti – ha affermato il primo cittadino – l’unica strada percorribile non è altro che la dichiarazione di dissesto finanziario.
Il piano di riequilibrio procrastina lo stato comatoso dell’ente, in quanto carente nella struttura, per cui non avrebbe avuto l’avallo della Corte dei Conti. Non c’è nessuna volontà cinica da parte nostra di dichiarare il dissesto, che è dettato solo dalla difficoltà di chiudere il bilancio e di garantire i servizi».
A breve, dunque, si insedierà a Squillace il commissario “ad acta”, che gestirà la parte finanziaria dell’ente. «Sin dall’insediamento – ha affermato il consigliere Scicchitano – presagendo la gravità della situazione, come minoranza avevamo proposto la costituzione di un team per tagliare gli sprechi e cercare di evitare il commissariamento del comune.
Da una più attenta analisi dell’intera situazione e con un tempo d’azione molto più ampio, si sarebbe potuto arrivare ad una conclusione diversa da quella individuata dall’amministrazione».
Per Mauro, «ora verranno chiesti maggiori oneri ai cittadini. Il dissesto è un boomerang, perché la gente, gli imprenditori, i commercianti, gli artigiani pagheranno i danni procurati da altri. Una scelta che certifica il fallimento del progetto politico dell’attuale amministrazione».
Il sindaco, dal canto suo, si è detto convinto che i gruppi di opposizione non hanno saputo approfondire la materia, né proporre vie alternative. «Hanno commesso l’errore – ha concluso – di strumentalizzare le attese dei creditori facendo pensare loro che il piano li avrebbe tutelato più che il dissesto».
Salvatore Taverniti
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