Dimissioni. Le chiede il capogruppo di minoranza di “Riviviamo Squillace”, Franco Scicchitano, al sindaco Pasquale Muccari, prendendo spunto anche dal contenuto della lettera indirizzata ai dipendenti comunali dal presidente del consiglio comunale Paolo Mercurio, con la quale si è dissociato da alcune affermazioni del sindaco che aveva definito gli stessi dipendenti «responsabili quanto i politici», con esplicito riferimento alla presunta corresponsabilità circa la situazione di dissesto delle finanze comunali.
«La lettera indirizzata da Mercurio al personale, con la quale egli si dissocia dall’operato del sindaco rispetto alle accuse, pubblicamente rivolte ai dipendenti – specifica Scicchitano – è l’ulteriore segnale di come la maggioranza va avanti in ordine sparso».
Il capogruppo di minoranza parla anche delle «prese di posizione, pubbliche, di alcuni componenti l’esecutivo sullo stallo nell’effettuazione di importanti gare, perplessità addirittura indirizzate al prefetto di Catanzaro». «E nello stesso consiglio comunale – aggiunge – Muccari può contare su una maggioranza risicata. A volte accade che su alcuni punti il sindaco non è stato in grado di garantire la maggioranza e gli ordini del giorno sono stati bocciati o ritirati».
Scicchitano, a questo punto, si sente di dare un consiglio al sindaco: «per come stanno le cose, sarebbe dignitoso da parte sua staccare la spina e dimettersi».
Il capogruppo è convinto, infatti, che «i problemi di Squillace sono troppo gravi e chi amministra deve avere una squadra compatta alle sue spalle. Dimettendosi adesso, in primavera si voterà di nuovo e siamo certi che Muccari, visto il consenso costruito in questi anni, non avrà problemi a vincere di nuovo le elezioni con una nuova schiera di collaboratori forte e coesa».
Scicchitano, infine, anche a nome degli altri consiglieri di minoranza, esprime «piena solidarietà ai dipendenti comunali tutti, che devono essere considerati una risorsa da tutelare e valorizzare e che non meritano assolutamente di essere oggetto di minacce e ritorsioni».
Salvatore Taverniti